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Giro di vite sui centri massaggi: De Corato propone di "schedare" i clienti

Presto sarà più difficile aprirli. E i clienti potrebbero dovere rilasciare le loro generalità mentre prestano il consenso informato sui trattamenti

Che i centri massaggi spesso nascondano attività di prostituzione, è ormai fuor di dubbio. Le cronache di tutta Italia di questi ultimi anni lo testimoniano chiaramente. Diverse volte le forze dell'ordine sono intervenute per chiudere i centri e indagare o arrestare i titolari. Gli ultimi casi a Milano e Monza hanno mosso anche il mondo politico, con una proposta mai sentita finora: "schedare" (di fatto) i clienti dei centri.

E' Riccardo De Corato, consigliere regionale di Fratelli d'Italia ed ex vice sindaco di Milano, ad avanzare l'idea, ricordando di avere già presentato la proposta di un regolamento regionale che includa i "requisiti igienico-sanitri e di sicurezza per lo svolgimento dell'attività dei centri massaggi di esclusivo benessere". Il regolamento dovrebbe essere approvato a luglio 2017 e mira anzitutto a rendere difficile l'apertura di nuovi centri.

Ma la novità è l'intenzione di «introdurre l'obbligo di un consenso del cliente», come spiega lo stesso De Corato, «in merito ai trattamenti manuali e alle controindicazioni degli stessi, ai prodotti usati e alle eventuali forme allergiche che essi possono provocare». In tutto ciò il cliente «dovrà rilasciare nome e cognome», aggiunge l'esponente di Fdi.

Gli ultimi casi di centri massaggi cinesi chiusi a Milano sono quelli di via Nazario Sauro e via Ponte Seveso. L'operazione è stata condotta dal Commissariato di polizia Garibaldi Venezia, che hanno scoperto un "giro" di atti sessuali a pagamento all'interno dei due locali. A Monza i carabinieri hanno invece scoperto un analogo "commercio" all'interno di quattro centri massaggi riconducibili allo stesso titolare, che è stato arrestato. 

E in Regione è stato già introdotto l'obbligo di frequenza di un corso per potere aprire un'attività di centro massaggi. Inoltre, se non si è europei, occorre dimostrare la conoscenza della lingua italiana.

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