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Chiesa sulle case ai rom: rispettare gli impegni o seguiremo le vie legali

Le parole della Chiesa milanese sono a favore della promozione della legalità e invitano le istituzioni a rispettare gli impegni presi con i rom usciti dai campi nomadi

La Chiesa Ambrosiana chiarisce ulterioremente la sua posizione sulla vicenda dei 25 alloggi da destinare alle famiglie rom appena uscite dai campi di via Triboniano e via Novara, in un documento frutto di un confronto tra gli enti gestori dei campi autorizzati (Cooperativa Farsi Prossimo, Casa della Carità, Centro ambrosiano di solidarietà), promosso da Monsignor Erminio De Scalzi su delega dall'Arcivescovo Dionigi Tettamanzi e insieme alla Caritas Ambrosiana. Paventando anche azioni legali in caso di mancato rispetto dei patti sottoscritti chiede semplicemente il rispetto degli impegni presi a livello istituzionale.

L' incontro è avvenuto a dieci giorni dal vertice in Prefettura con il ministro dell'Interno Roberto Maroni, che ha fermato le assegnazioni delle case popolari ai rom sgomberati. Una decisione cui la Chiesa risponde oggi con parole chiare: "Promuovere la legalità, specie per le Istituzioni - si legge in uno dei passaggi chiave - significa anche rispettare gli impegni sottoscritti. Venir meno a questi patti, mentre avvia conseguenze legali ed economiche, compromette la credibilità e il senso delle stesse Istituzioni". Per questo, "auspichiamo un sussulto di responsabilità per le Istituzioni civili interessate affinché i processi avviati possano continuare". Invece, quello che vive oggi la Chiesa Ambrosiana è "un momento di grande incertezza circa la prosecuzione della collaborazione con le Istituzioni".

C'é preoccupazione anche per i prossimi smantellamenti di via Triboniano, via Novara e via Idro, che "costringeranno alla strada decine di famiglie rom se non interverranno quelle soluzioni abitative alternative proposte, concordate e sottoscritte da Comune e Prefettura". Sul polverone sollevato dall'assegnazione di alloggi popolari ai rom, la Chiesa Ambrosiana sottolinea che non chiede "privilegi per i nomadi nell'accedere alla casa, superando altri cittadini in graduatoria per le case popolari". Però, per le 104 famiglie di Triboniano e le 35 di via Novara "servono misure adeguate e 'eccezionali' quali il ricorso a quella 'riserva' di unità abitative, regolata da apposite normative, non destinata alle graduatorie ma a casi come questi".

Negative le reazioni del centrodestra: per il presidente del Consiglio regionale della Lombardia Davide Boni (Lega) "non è certamente compito delle associazioni ribaltare la decisione assunta: pertanto nessuna casa Aler dovrà essere assegnata ai nomadi". Una soluzione abitativa per i rom la propone il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato: "mi aspetto che la Curia - dichiara - dia prova tangibile del proprio interessamento. Non vedo lo scandalo a una collaborazione da parte di chi ha nelle proprie disponibilità vaste proprietà edilizie". Quasi prevedendo offerte del genere, la Chiesa Ambrosiana nel suo documento bolla come "inaccettabile" il tentativo di "'scaricare' all'azione caritativa della Chiesa l'onere di trovare soluzioni a questioni di competenza di chi ha la responsabilità di amministrare".

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