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Fumata nera sulla commissione d'inchiesta sulla sanità lombarda: ancora senza un presidente

Spunta una seconda candidatura di minoranza, quella del medico di +Europa Usuelli. E Scandella (Pd) ottiene solo 28 voti, ne servono più di 40

Nulla di fatto per la presidenza della commissione regionale d'inchiesta sull'emergenza sanitaria da Covid-19. Un passaggio fondamentale perché la commissione si insedi e inizi a lavorare, approfondendo tutte le fasi della gestione dell'emergenza e valutando il lavoro di Regione Lombardia in queste difficili settimane. Come tutte le commissioni d'inchiesta, la presidenza spetta a un esponente delle opposizioni, ma per la seconda volta la votazione è andata "a vuoto". Mercoledì 20 maggio il consigliere del Partito Democratico Jacopo Scandella ha infatti raccolto 28 voti, mentre 9 sono andati a Michele Usuelli di +Europa-Radicali e 42 sono state le schede bianche.

Il 14 maggio, alla prima votazione, Scandella aveva ottenuto 29 voti, con 50 schede bianche. Il terzo tentativo la settimana prossima. I consiglieri (compreso il governatore Attilio Fontana) sono 80. La maggioranza ha 49 consiglieri: i gruppi più rappresentati sono la Lega (29) e Forza Italia (12); l'opposizione conta su 31 consiglieri di cui 13 del Movimento 5 Stelle, 14 del Pd, 2 dei Lombardi Civici Europeisti, uno di +Europa-Radicali, una di Italia Viva.

L'ira di Pd e 5 Stelle

Dopo la seconda fumata nera, si è scatenata l'ira del Pd e del Movimento 5 Stelle, che continuano ad affermare che le minoranze hanno un solo candidato, Scandella appunto, e stigmatizzano «la tattica dilatoria» della maggioranza di centrodestra accusandola di avere «preferito ritardare ancora l'avvio dei lavori della commissione facendo mancare il quorum necessario per l'elezione del presidente». Pd e 5 Stelle insistono nell'affermare che «l'indicazione delle minoranze è stata chiara fin dalla prima seduta, quando era emerso il nome di Scandella come indicazione unica e unitaria. I fatti non cambiano la questione, Scandella rimane il candidato indicato dalle minoranze».

In realtà, come è emerso anche dalla votazione del 20 maggio, tra le minoranze si era affacciata anche la candidatura di Usuelli di +Europa-Radicali, appoggiata in tre giorni da oltre 400 sanitari lombardi tra medici, infermieri, assistenti sociali e altre figure professionali. «Quando mi sono candidato alla presidenza della commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid in Lombardia, molti amici e colleghi del mondo della sanità e della ricerca mi hanno contattato per manifestare il loro appoggio e mi hanno chiesto come potessero essermi utili», spiega l'esponente radicale.

C'è ora tempo meno di una settimana per capire come si comporterà la maggioranza di centrodestra, "ago" della bilancia in questa vicenda. «Auspico che tutte le parti politiche trovino velocemente una convergenza sul nome del candidato, mettendo da parte malumori e giochi di palazzo. Non perdiamoci in un bicchiere d'acqua», è l'invito che giunge da Patrizia Baffi, consigliera di Italia Viva (il movimento di Matteo Renzi) e residente a Codogno, prima "zona rossa" d'Italia all'esplosione dell'emergenza sanitaria.

I profili dei due candidati: chi sono Scandella e Usuelli

Ma chi sono i due esponenti di opposizione "in lizza" per presiedere la commissione che dovrà esaminare le politiche di Regione Lombardia prima e durante l'emergenza sanitaria da Covid-19? Jacopo Scandella ha 32 anni ed è originario di Clusone, provincia di Bergamo, in alta Val Seriana, dunque nel mezzo del focolaio di Coronavirus più importante d'Europa, con dati da brividi su positivi al virus e deceduti. Laureato in comunicazione interculturale, Scandella è socio fondatore della Società cooperativa sociale Origami, che si occupa di sostegno agli alunni di scuole primarie e secondarie. Consigliere comunale a Songavazzo, è consigliere regionale dal 2013 per il Pd.

Michele Usuelli ha 45 anni ed è nato a Milano. E' medico neonatologo e lavora alla Mangiagalli. In precedenza aveva lavorato in altri ospedali: il San Paolo, la Melloni e Lecco. Ha sette anni di esperienza di lavoro ospedaliero in Paesi in via di sviluppo tra cui Afghanistan, Darfur, Sudan e Cambogia. Dal 2016 è segretario nazionale del gruppo di studio sulle cure del neonato nei Paesi a limitate risorse, nell'ambito della Società Italiana di Neonatologia. Durante gli studi universitari ha lavorato come animatore del Comune di Milano presso il campo nomadi di via Idro. E' attivo politicamente con i radicali dai tempi dell'università; è consigliere regionale dal 2018.

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