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De Corato vuole rivolgersi alla magistratura se il consiglio comunale tornerà in remoto

L'ex vice sindaco all'attacco: "Dopo una sola seduta in presenza, paventano di tornare a distanza"

Fa ancora discutere lo svolgimento del consiglio comunale di Milano in presenza o a distanza. Una sola seduta nell'aula di Palazzo Marino, finora, dopo otto mesi di videoconferenza, con un solo assessore (Paolo Limonta) presente dall'inizio alla fine, come aveva fatto notare Riccardo De Corato, ex vice sindaco e ora consigliere di minoranza per Fratelli d'Italia. Ed è lo stesso De Corato (molto battagliero sul punto, fin da quando è rientrato a Palazzo Marino dopo le dimissioni di Stefano Parisi) a paventare la possibilità che, da giovedì primo luglio, si torni alla modalità remota.

"Hanno paura che il Piano Aria, che sarà in discussione tra nove giorni, non sia di facile gestione con tutti i consiglieri seduti ai propri posti in aula", afferma De Corato dopo che, in ufficio di presidenza, si è ipotizzato di tornare al consiglio comunale in remoto. "Se quanto supposto dalla maggioranza, di tornare a un consiglio online fosse confermato, mi rivolgerò alle autorità competenti, al prefetto di Milano e alla magistratura. Non esiste alcuna motivazione per ritornare alle vecchie abitudini, in quanto siamo in zona bianca. È del tutto evidente che questa maggioranza voglia usare squallidi mezzi per mettere il bavaglio alle opposizioni. È un grave atto antidemocratico".

"Mi domando, se a prendere una simile decisione fosse stato il centrodestra, quali sarebbero state le reazioni", conclude l'esponente di Fdi: "A questo punto mi chiedo perché le commissioni di Palazzo Marino non siano tornate in presenza. Evidentemente a qualcuno fa comodo percepire il gettone seduto in pantofole a casa propria".

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