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Consiglio comunale speciale dal carcere di San Vittore

E' stata discussa la delibera di iniziativa consiliare che istituisce il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale e il relativo regolamento

Si è svolto venerdì 5 ottobre, dalle 15.30, un Consiglio comunale straordinario nel carcere di San Vittore. E' stata discussa la delibera di iniziativa consiliare che istituisce il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale e il relativo regolamento.

“La nuova figura del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale – afferma il presidente della Sottocommissione Carceri Lamberto Bertolè – ha il compito di verificare il rispetto dei diritti per chi si trova limitato nella sua libertà e di promuovere iniziative che contribuiscano a migliorare le condizioni degli istituti di pena della città. L’amministrazione comunale ha l’obiettivo di promuovere nuove culture che affermano il principio che la detenzione non è l’unica forma di pena: favorire le pene alternative consente una riduzione delle recidive e la liberazione di risorse per il miglioramento delle condizioni nelle carceri”.

“Questa iniziativa, senza precedenti a Milano e in Italia, è un segnale di attenzione nei confronti del mondo carcerario: sono certo che questo Consiglio straordinario che si svolge dietro le sbarre servirà per accendere la luce sui tanti problemi che, anche in Lombardia, affliggono la realtà dei penitenziari”, dichiara il presidente della Commissione Sicurezza Mirko Mazzali. 

LA SEDUTA - Molto affollata, con la presenza di una quarantina di detenuti e l'intervento di uno di loro. Commozione per Mirko Mazzali, avvocato oltre che consigliere di Sel, che ha ricordato di quando, in gioventù, desiderava una "società senza carceri". Discorsi bipartisan, con alcune eccezioni senza però mettere in dubbio la bontà della decisione di dotarsi del garante: una figura già presente in una trentina tra amministrazioni regionali e comunali, importante per Milano, che di detenuti ne ha migliaia nelle sue quattro carceri: San Vittore, Bollate, Opera e il minorile Beccaria. "Abbiamo sentito la madre di Fiorito pretendere rispetto per suo figlio il giorno in cui è stato tradotto in carcere", ha affermato David Gentili (Pd): "Noi dobbiamo appunto portare profondo rispetto per chi entra in carcere, contrastando l'idea che una pena umiliante sia più soddisfacente".

Consiglio comunale a San Vittore © Melley/MilanoToday

AMNISTIA E PENE ALTERNATIVE - Due i temi che aleggiavano nel dibattito: le pene alternative e la possibile amnistia. "Vi sono condizioni disumane e degradanti - ha detto Cappato (Radicali) - e un crimine strutturale, quello dei tempi della nostra giustizia, irragionevoli secondo l'Europa. Amnistia e pene alternative al carcere vanno di pari passo, sono complementari. Non c'è la scelta tra l'una e l'altra, vanno fatte insieme".

RECIDIVA - Da più parti si è sottolineato che chi gode di pena alternativa ha una recidiva molto inferiore a chi sconta tutta la pena in carcere. "A Bollate la recidiva è dimezzata per chi lavora", ha illustrato Forte (Pdl) aggiungendo che, in tempi di spending review, vi sarebbe anche un risparmio per lo Stato nel far lavorare i detenuti. Risparmio di circa 2 miliardi e 200 milioni di euro all'anno. Concetto, questo, ripreso da Pisapia nella sua conclusione. Il sindaco si è poi augurato che la decisione milanese d'istituire il garante sia d'esempio per lo Stato.

POLIZIA PENITENZIARIA - "Vittima", per quasi tutti i consiglieri, dello stesso sistema che degrada la condizione di vita dei carcerati è la polizia penitenziaria. Ricordata in particolare da Bastoni (Lega) per criticare "la filosofia di fondo di una delibera che comunque voteremo", per sottolineare che "per i carcerati esistono reti quasi infinite di enti e associazioni, ma nessuno si occupa della polizia penitenziaria".

LE PROPOSTE - Facile parlare di lavoro se poi il lavoro, materialmente, non viene offerto. I consiglieri comunali, consci di questo aspetto problematico della pena alternativa al carcere, hanno proposto che le municipalizzate si impegnino a offrire lavoro ai detenuti. E sulla stessa linea la proposta di affidare alcune commesse del Comune alle cooperative di lavoro dentro le carceri. Come per le "bat-box" costruite dalla falegnameria del carcere di Monza.

LA FIGURA DEL GARANTE - Sarà scelto dal sindaco, avrà un incarico triennale rinnovabile una volta e, almeno ogni sei mesi, relazionerà al consiglio comunale circa la sua attività, che sarà volta a garantire l'applicazione effettiva dei diritti che già esistono. "Aiutatemi tutti a scegliere il nome giusto", ha chiesto Pisapia alla fine del dibattito.

 

 

 

 

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