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Convegno su famiglia, "è omofobo: via il logo di Expo"

Ordine del giorno in consiglio comunale. Ma gli organizzatori: "Bufala, tra noi nessuno vuole 'curare' i gay"

Prosegue la polemica sul convegno presunto "omofobo" a cui parteciperà anche Roberto Maroni, governatore lombardo, e sulla cui locandina è stato apposto anche il logo di Expo 2015. Il convegno ("Difendere la famiglia per difendere la comunità") è in programma il 17 gennaio a Palazzo Lombardia.

L'8 gennaio 2015 è stato presentato a Milano, in consiglio comunale, un ordine del giorno per chiedere al sindaco Giuliano Pisapia di intervenire, in qualità di socio della società di gestione di Expo, di far rimuovere appunto il logo dell'esposizione. L'ordine del giorno è firmato dai gruppi Sinistra per Pisapia, Pd, Sinistra ecologia e libertà, Radicali e Movimento 5 Stelle. Vi si legge che "la nostra Regione si presenta alla comunità internazionale come un'istituzione omofobica ed intollerante", e che il convegno "pretende di dare credibilità alle cosiddette pratiche riparative che dovrebbero 'guarire' gli/le omosessuali".

Dalla maggioranza in regione, però, arrivano le repliche. Per Raffaele Cattaneo (Ncd), "immaginare o affermare che chi sostiene la famiglia sia necessariamente omofobo mi sembra una clamorosa sciocchezza". Per Cristina Cappellini (assessore regionale alla cultura), "non c'è il minimo dubbio sulla validità dell'iniziativa". Per Massimiliano Romeo (Lega), "i diritti dei gay, che sono sacrosanti, non c'entrano niente con questa iniziativa".

Risposte sono arrivate anche da alcuni dei partecipanti al convegno, come Marco Invernizzi (Alleanza Cattolica), che ha sottolineato che "è una autentica menzogna che qui si vogliano 'curare i gay' ". E per Luigi Amicone ("Tempi"), "quella del convegno omofobo è una bufala pazzesca, inventata da Repubblica".

Mario Adinolfi, ex deputato del Pd, che sarà relatore al convegno, in una lettera aperta scrive: "Il quotidiano La Repubblica oggi presenta il nostro convegno milanese con il titolo: "I gay vanno curati", anche Maroni partecipa al convegno omofobo. Ora, poiché sono disponibili i video delle nostre precedenti presentazioni, poiché siamo tutti personaggi pubblici, poiché siamo setacciati in quel che scriviamo anche nelle virgole, o a Repubblica trovano una frase, una sola, in cui noi quattro (i relatori, n.d.r.)  affermiamo che "i gay vanno curati", oppure ammettono di aver scritto una intollerabile menzogna e domani pubblicano una rettifica".

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