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Zona 3, il registro unioni civili passa senza osservazioni

Tentato in extremis un accordo con la Cosenza (Nuovo Polo) e Santoro (Pdl) per inserire due "paletti" al regolamento, ma l'emendamento è stato respinto dalla maggioranza

Ci sono volute circa quattro ore per "archiviare" l'argomento nella zona 3, una delle ultime a dare il parere sul regolamento che istituisce il registro delle unioni civili. Una seduta non delle più burrascose del "parlamentino" di via Sansovino. La maggioranza aveva deciso che non fosse il caso di allegare osservazioni e così è stato. La maggioranza non ha nemmeno raccolto la provocazione (però fondata) del consigliere Federico Santoro (Pdl), che ha citato il consigliere comunale cattolico del Pd Andrea Fanzago (il cui voto di astensione sul registro è già annunciato).

Fanzago su Avvenire aveva parlato di "pressioni" (da parte di Rizzo e dell'assessore Daniela Benelli) affinché i consigli di zona facessero in fretta e, entro il 19 luglio, dessero i loro pareri. Martedì sera le opposizioni hanno presentato sia documenti alternativi (uno della Lega e uno del Pdl) sia alcuni emendamenti alla relazione introduttiva di Alessandra Naso (Idv). Alcuni consiglieri cattolici delle opposizioni non hanno mancato di sottolineare la loro netta contrarietà. Francesco Migliarese Caputi (Pdl), per esempio, ha evidenziato che la politica dovrebbe favorire la stabilità come bene sociale: "Avrei compreso di più se si fosse parlato di matrimonio tra persone dello stesso sesso, che non di unioni civili che si possono anche sciogliere subito".

Tra le opposizioni, Federico Santoro (Pdl) e Rita Cosenza (Nuovo Polo) avrebbero votato a favore dell'istituzione del registro a patto che venissero aggiunti alcuni "paletti", tradotti dalla Cosenza in un emendamento con cui si chiedeva di indicare un tempo minimo per poter considerare unione civile due o più persone che si iscrivono al registro, e la previsione di obblighi minimi (assistenza e solidarietà) tra i componenti dell'unione civile stessa. Ma Caterina Antola (Pd) ha risposto spiegando che l'iscrizione al registro di per sé non è altro che un atto anagrafico. Saranno poi i singoli atti a stabilire eventuali criteri temporali, di volta in volta diversi: ad esempio, minimo un anno di iscrizione per partecipare a un bando per una casa, minimo sei mesi per un'agevolazione sugli abbonamenti dell'Atm, e così via. Con questa motivazione la maggioranza ha respinto questi emendamenti e ha votato il testo così com'era e a quel punto Santoro e la Cosenza hanno votato contro come il resto dell'opposizione.

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