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Corona rimane in carcere: "Criminale privo di scrupoli"

Una "vita lavorativa" caratterizzata da "frequentazioni criminali" e da "atteggiamenti fastidiosamente inclini alla violazione di ogni regola di convivenza civile". Lo scrive la prima sezione penale

Una "vita lavorativa" caratterizzata da "frequentazioni criminali" e da "atteggiamenti fastidiosamente inclini alla violazione di ogni regola di convivenza civile".

Lo scrive la prima sezione penale parlando di Fabrizio Corona e, in particolare, dichiarando inammissibile il ricorso presentato dal suo difensore contro la decisione della Corte d'appello di Milano di confermare la misura di prevenzione della sorveglianza speciale per un anno e mezzo, che era stata disposta a carico dell'imprenditore fotografico nel 2012, prima che egli rientrasse in carcere in esecuzione di sentenze definitive.

Con la sentenza n. 20347 depositata, i giudici della Suprema Corte rilevano che 'il modus vivendi' di Corona e' "caratterizzato dalla ricerca ad ogni costo di facili (ed illeciti) guadagni e da condotte prive di scrupoli, volte ad accaparrare risorse da investire in un tenore di vita lussuoso e ricercato".

Anche il pg di Cassazione, Gioacchino Izzo, aveva sollecitato la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso. Corona e' stato condannato a versare mille euro alla cassa delle ammende e a pagare le spese del procedimento. 

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