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"I consigli di zona costano cinque volte più di quanto erogano"

L'affondo dei Radicali cifre alla mano: "E la devoluzione di poteri si è limitata a due funzioni soltanto tecniche"

Affondo dei Radicali sui consigli di zona: costano più di quello che erogano. La denuncia è di Marco Cappato, consigliere comunale, che analizza il bilancio dei "parlamentini" in termini di costi e benefici in vista della futura città metropolitana, quando le nove zone (che probabilmente aumenteranno di numero, ma non è ancora deciso) dovrebbero essere trasformate in "municipalità".

Lo squilibrio è nelle cifre: "Ogni consiglio - spiega Cappato - costa in media ogni anno cinque volte più dei fondi che eroga. Uno squilibrio ridicolo rispetto a qualunque principio di efficienza ed efficacia democratica".

Nel 2013, ogni zona è costata 525 mila euro tra spese di personale, gettoni di presenza dei consiglieri, stipendi dei presidenti, rimborsi (per i consiglieri che risiedono fuori Milano) e cancelleria. Ma gli importi deliberati sono stati in media di 105 mila euro, tra fondi Maap (anticipazione) e fondi erogati a rimborso. Cappato contesta anche che questi fondi non vengono quasi mai erogati a fronte di bandi o avvisi pubblici.

"Chiediamo la realizzazione urgente e reale delle municipalità", spiegano i Radicali, secondo cui la procedura di bando dovrebbe essere obbligatoria per ogni erogazione dei consigli di zona.

"E' uno sperpero di denaro visto che parliamo di organismi politici senza poteri, perché anche i pareri non sono vincolanti, e che erogano sempre meno risorse", aggiungono Valerio Federico (consigliere di zona 6) e Yuri Guaiana (vicepresidente di zona 2): "Anche in questa consiliatura, la devoluzione promessa si è ridotta a due funzioni tecniche e non politiche su edilizia scolastica e gestione del verde".

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