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Covid, Patrizia Baffi (Iv) si scaglia contro Pd e 5 Stelle. E a Fontana: «Qualcuno deve chiederle scusa»

Un altro "caso Baffi" durante il dibattito sulla sfiducia a Fontana. Italia Viva prende le distanze: «Ormai parla solo a titolo personale»

Scoppia (ancora) il caso di Patrizia Baffi in consiglio regionale. L'esponente di Italia Viva, di Codogno (Lodi), non ha partecipato, martedì, al voto sulla mozione di sfiducia al presidente della Lombardia Attilio Fontana, e ha pronunciato un intervento durissimo contro le altre opposizioni. Provocando reazioni anche nel suo partito, guidato a livello nazionale da Matteo Renzi. «Non a nome di Italia Viva ma ormai solo a titolo personale», scrive per esempio su Facebook l'ex vice sindaca di Milano Lucia De Cesaris, non una che le "manda a dire".

La polemica è sorta già martedì pomeriggio, immediatamente dopo l'intervento in aula, che ai più è sembrato soprattutto un "togliersi i sassolini dalle scarpe" da parte della Baffi, isolata tra le opposizioni dopo essersi candidata a presidente della commissione d'inchiesta sul covid ed essere stata anche eletta, ma con i soli voti della maggioranza oltre al suo. In quella occasione, prima della pausa estiva, furono i vertici del suo partito a invitarla a dimettersi, e lei obbedì. Il destino della commissione d'inchiesta intanto si è arenato: non è ancora stato eletto il nuovo presidente.

La Baffi era stata subissata di polemiche da parte di Pd e 5 Stelle proprio per avere ottenuto quel ruolo con i voti della maggioranza, "contro" il loro candidato Jacopo Scandella (Pd), pur non condiviso all'inizio con le altre minoranze ma frutto di un mero accordo "a due". E nel suo intervento di martedì ha rivendicato la commissione d'inchiesta come il luogo più adatto ad indagare le responsabilità di Regione Lombardia sulla gestione dell'emergenza sanitaria, rifiutandosi di appoggiare una mozione di sfiducia al presidente (e quindi all'intera giunta) da lei definita «inutile e irresponsabile», inutile perché non sarebbe mai stata approvata e irresponsabiile perché, se fosse passata, avrebbe lasciato senza vertici amministrativi dieci milioni di cittadini.

Nel suo intervento (pubblicato poi sul suo sito e su Facebook) la Baffi ha precisato di «non fare parte della maggioranza», ma a voce (si troverà nel testo stenografato una volta disponibile), rivolgendosi al presidente Fontana, ha anche detto che «qualcuno dovrebbe chiederle scusa». Una frase che i suoi stessi compagni di partito non stanno apprezzando. Su Facebook non sono pochi a scrivere che non voteranno più per Italia Viva, e i leader devono "rincorrere" e precisare che la posizione ufficiale del partito è diversa.

Così per esempio Lisa Noja, deputata milanese di Italia Viva, poco prima del voto, per "mettere le mani avanti": «Fontana non andrà a casa per questo, ma i voti sono anche atti politici. E oggi va compiuto un atto politico chiaro per dire che siamo distanti anni luce dalla giunta lombarda a guida leghista. La gestione incompetente e arrogante dell’emergenza Covid in Lombardia è sotto gli occhi di tutti. E i lombardi non la meritano. Questo oggi va affermato senza ambiguità con un voto favorevole a quella mozione». Basterà ai sostenitori di Iv per non "lasciare" Renzi?

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