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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Craxi, Sala "sbotta" dopo il rinvio in consiglio: «Non ce la caviamo con una via o una targa»

Lo sfogo su Facebook del sindaco dopo che il consiglio comunale ha "deciso di non decidere" sull'intitolazione, o meno, di una via a Bettino Craxi

Duro attacco del sindaco di Milano Beppe Sala al consiglio comunale milanese. Motivo, il dibattito su Bettino Craxi e su come, eventualmente, ricordarlo in città. «Proprio non si riesce a dibattere con sufficiente serenità della figura del leader socialista», ha scritto il sindaco su Facebook martedì mattina, «per cui adesso si pretende che io decida». 

In consiglio erano state presentate due mozioni (di Matteo Forte di Milano Popolare e di Gianluca Comazzi di Forza Italia) che chiedevano, entrambe, d'intitolare una via o una piazza all'ex presidente del consiglio. L'altra ipotesi, più blanda e in campo da qualche giorno, è apporre una targa sul palazzo in cui Craxi risiedeva in via Foppa. Ma il dibattito non è stato sereno fin da subito. La Lega ha deciso di abbandonare l'aula protestando per l'assenza del sindaco, e così ha fatto Mariastella Gelmini (Forza Italia) quando dai banchi del Movimento 5 Stelle è arrivato il ricordo dell'era delle tangenti. Una riunione di capigruppo si è risolta con un nulla di fatto, e le mozioni sono state rinviate.

«Non ce la caviamo così»

Mentre punzecchia il Partito Democratico («mi permetto di dire che questa volta la gestione è stata veramente discutibile»), Sala scrive: «Ora si pretende che io decida. Cosa poi? Se intitolargli una via? Se apporre una targa sulla casa dove abitò? E' tutta qui la riflessione? Io continuo a pensare che non ce la si possa cavare così. Di Craxi ricordo atti coraggiosi, soprattutto in politica internazionale, ma anche il sistema di tangenti da lui (e non solo, ovviamente) alimentato in quegli anni. E a fronte di un periodo come quello, che condiziona ancora oggi la nostra comunità, la vogliamo risolvere con una via o una targa? Io non credo sia giusto».

Il dibattito

«Deve sciacquarsi la bocca quando parla di Craxi». Così Mariastella Gelmini, Forza Italia, abbandonando l'aula di Palazzo Marino, si è rivolta a Gianluca Corrado, Movimento 5 Stelle, che aveva appena ricordato le condanne per corruzione all'ex leader socialista aggiungendo che Craxi «ha movimentato 150 miliardi di lire a titolo personale». E' stato uno dei momenti più accesi del dibattito di lunedì risoltosi con un nulla di fatto e col rinvio delle due mozioni per chiedere un'intitolazione a Craxi.

«La sinistra milanese ha perso l’ennesima occasione per commemorare la figura di uno tra i più grandi uomini politici di questa città», il commento di Gianluca Comazzi, Forza Italia, promotore di una delle due mozioni: «Un atteggiamento, quello della sinistra, che non ci sorprende, considerato il livello infimo a cui è sceso il dibattito negli ultimi giorni. Proporre - come è stato fatto - di apporre una targhetta scarna nel condominio di via Foppa è un’insulto alla memoria di un grande statista, che meriterebbe di essere trattato con maggiore rispetto».

«Attendevamo questo dibattito da molto tempo», l'intervento di Alessandro Morelli della Lega, motivando l'abbandono dell'aula del suo gruppo: «E il presente dice che oggi la vera latitanza è quella della giunta di Milano, è quella del sindaco, perché diceva meglio un dibattito, parliamone in consiglio. La sua assenza oggi è doppiamente grave. Siccome la parte che rappresentiamo non si fa prendere in giro dal sindaco, abbandoniamo aula».

Dal Partito Democratico contrarietà all'intitolazione di una via a Craxi, mentre il capogruppo Filippo Barberis si è detto disponibile a «individuare altri segni più sobri e meno divisi. Riteniamo che sia una valutazione nella disponibilità della giunta».

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