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Cure gratis agli immigrati clandestini: 'battaglia' bipartisan in Regione

In Regione scoppia il caso delle cure mediche destinate ai clandestini. E ci sarà una discussione in Consiglio regionale in autunno

In Regione scoppia il caso delle cure mediche destinate ai clandestini. E ci sarà una discussione in Consiglio regionale in autunno. 

Nonostante la Lombardia sia una delle Regioni d'Italia che fa di più in questo tema (su 37mila possibili irregolari solo a Milano (100mila in Lombardia), vengono erogate all'anno oltre 20mila prestazioni ambulatoriali agli stranieri senza permesso di soggiorno), l'ex candidato alla presidenza della Regione Umberto Ambrosoli  ha deciso di presentare il progetto di legge dal titolo «Normativa per l'assistenza sanitaria alla popolazione straniera». E il ciellino Roberto Carugo (Pdl, responsabile Sanità) chiederà "più cure mediche per i figli dei clandestini", con un altro progetto di legge.

"La Lombardia, infatti - scrive il Corriere - non risulta aver dato attuazione all'accordo firmato tra Stato e Regioni lo scorso 20 dicembre sulle «Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l'assistenza sanitaria alla popolazione straniera». Il provvedimento mira a garantire un accesso uniforme sull'intero territorio nazionale all'assistenza sanitaria e alle cure per la popolazione immigrata (c'è troppa differenza nelle varie regioni). Tra i capitoli più importanti, proprio l'iscrizione obbligatoria dei minori al servizio sanitario. Viene ribadito, inoltre, il principio che lo straniero non in regola deve potere accedere all'assistenza sanitaria senza rischiare di essere segnalato all'autorità di pubblica sicurezza".

"Il dubbio diffuso è che il Pirellone di Roberto Maroni non intenda dare seguito all'accordo del 20 dicembre: finora non c'è stata nessuna delibera sull'argomento e, al momento, non si intravede nessun provvedimento in programma neanche in futuro. Così le associazioni Avvocati per niente, Asgi e Naga hanno fatto ricorso al Tar nella speranza di smuovere le acque e arrivare all'attuazione del documento anche in Lombardia", continua via Solferino.

"È urgente intervenire - ribadisce Ambrosoli -. Oggi numerose famiglie ancora non si rivolgono alle strutture sanitarie pubbliche, neppure se hanno i bambini malati, perché hanno paura di essere denunciate. È arrivato il momento di garantire un'assistenza continuativa, e non solo cure a spot, spesso nei Pronto soccorso»..

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