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Paura di "sgambetto" alla Cina: e il Dalai Lama non sarà "milanese"

Dietrofront (probabilissimo) sulla cittadinanza onoraria al Dalai Lama; si sta facendo di tutto per non far indispettire i cinesi in vista di Expo 2015

La decisione definitiva è stata presa dalla riunione dei capigruppo del Consiglio comunale di Milano in agenda alle 13 di giovedì, e, come previsto, il dalai lama, atteso a Milano la prossima settimana, non riceverà la cittadinanza onoraria. Ma Pisapia si è reso disponibile a riceverlo. 

La mediazione su cui si è al lavoro, per preservare i rapporti con la Cina, è di archiviare il riconoscimento e di concedere a Sua Santità Tenzin Gyatso l'onore di partecipare a una seduta di Consiglio in cui potrà parlare alla città. Si va infatti con decisione, a quanto trapela, verso il dietrofront sulla cittadinanza onoraria alla guida spirituale della comunità buddista.

Nonostante la delibera di iniziativa consiliare porti in calce le firme dei rappresentanti di tutte le forze politiche dell'aula, le pressioni da parte della Cina e della stessa Farnesina e la paura di compromettere i rapporti con il gigante asiatico, anche in vista di Expo 2015, avrebbero convinto l'aula a tornare indietro sui loro passi.

Il caso diplomatico è stato anche al centro, nella tarda serata di mercoledì, di un incontro d'urgenza convocato dal sindaco Giuliano Pisapia con i capigruppo della maggioranza di centrosinistra. Il voto sull'onorificenza era in programma per oggi, alle 14.30, in una seduta di Consiglio anticipata di due ore per l'occasione.

Ma le continue pressioni (un intervento sarebbe arrivato anche dal console cinese a Milano e dal Prefetto) e i timori di possibili ritorsioni del 'Celeste Impero' sull'evento del 2015, quando sono attesi un milione di visitatori cinesi, hanno portato a un cambio di programma, con un tentativo di mediazione dell'ultimo minuto.

Già cinque anni fa, sempre in occasione di una visita a Milano del Dalai Lama, non ci furono né eventi né incontri istituzionali per non indispettire la Cina e l'allora sindaco di Milano Letizia Moratti, anche allora per non mettere a rischio i rapporti con il gigante asiatico in vista del voto del Bie sull'assegnazione dell'Expo, optò per non riceverlo a palazzo Marino ma per andare lei a salutarlo al Palasharp, luogo della conferenza pubblica.

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