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"No" degli attivisti, consigliere si dimette. E scatta l'interrogazione: "Contro la sua volontà"

Manuel Filini (5 stelle zona 7) non viene confermato dagli attivisti e si dimette dal consiglio di zona. Zacchetti (Pd): "Violano la Costituzione, chiedo la sospensione"

Si discute spesso del rapporto tra il Movimento 5 Stelle e il divieto del vincolo di mandato, sancito dall'articolo 67 della Costituzione, che serve a far sì che l'eletto (a qualunque livello) non sia controllato o controllabile dal suo partito o da altri soggetti interessati ad esercitare pressioni sulla sua attività politico-istituzionale. Il Movimento 5 Stelle usa votare periodicamente la conferma dei suoi eletti, che può anche avere esito negativo: e questo da molti è visto quantomeno come un aggiramento dell'articolo 67.

Ora un caso è scoppiato a Milano, in zona 7: Manuel Filini, consigliere del Movimento 5 Stelle, ha presentato, lunedì 11 novembre, le sue dimissioni proprio in seguito alla votazione di conferma da parte degli "attivisti", che per lui è andata male. Una selva di "no". La motivazione delle dimissioni è stata espressa esplicitamente durante la seduta, con tanto di microfoni accesi.

Tanto è bastato: il suo collega Lorenzo Zacchetti, del Pd, ha immediatamente presentato una interrogazione al sindaco di Milano (Giuliano Pisapia) e al presidente di zona 7 (Fabrizio Tellini) per chiedere che si sospenda l'efficacia delle dimissioni di Filini, data "una così evidente violazione della libertà personale del consigliere".

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