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Treni in Lombardia, la Regione prepara il divorzio tra Trenord e Trenitalia

Inequivocabili le parole del governatore Fontana all'avvio del dibattito sul Programma regionale di sviluppo in consiglio regionale

Ufficializzata l'intenzione di separare i destini di Fnm e Trenitalia, ora soci al 50% di Trenord, per risollevare la situazione ferroviaria in Lombardia. A gennaio, l'incidente di Pioltello con tre morti ha scoperchiato un vaso di Pandora fatto di ritardi, cancellazioni e inefficienze all'ordine del giorno. La nuova giunta regionale, che pure è politicamente in continuità con quella precedente (il nuovo governatore, Attilio Fontana, è leghista come il suo predecessore Roberto Maroni), vuole rivedere la politica del trasporto pubblico locale e vuole farlo con un netto cambio di rotta. «E' un servizio indegno della Lombardia», ha detto senza mezzi termini. 

L'agenzia punzecchia Trenord su ritardi e manutenzioni

Attualmente Trenord (che gestisce tutto il trasporto locale ferroviario) è partecipata al 50% da Ferrovie Nord Milano (cioè la Regione) e al 50% da Trenitalia (cioè Ferrovie dello Stato). Fontana ha annunciato martedì in consiglio regionale la decisione, presa in condivisione con i vertici di Fs: gestione separata da attuare entro la fine del 2018, ma già dalla fine di luglio si avrà più chiarezza su quale dei due soggetti gestirà le singole tratte. Trenitalia dovrebbe comunque prendere circa il 55% delle tratte. Sette anni fa, al momento del matrimonio, LeNord (che era interamente regionale) gestiva appena il 13% delle tratte.

Il vagone ghiacciato di Trenord (Michele C., Fb)

Fontana, nel suo intervento in aula, ha sottolineato la difficoltà di una gestione al 50% e la mancanza di volontà di Trenitalia a investire senza avere la maggioranza societaria. «In tutte le famiglie ci deve essere la moglie che comanda, perché quando moglie e marito entrambi vogliono comandare, non si riesce a trovare un equilibrio», ha scherzato il governatore.

L'età dei treni

Uno dei nodi è l'età dei treni: molto più giovani (fino a 10 anni) quelli ora di proprietà di Regione Lombardia e quindi di Fnm, decisamente più "anziani" (30 anni in media) quelli di proprietà di Fs. Con la separazione Fs otterrà alcuni dei treni più giovani ora di Fnm, ma si impegnerà a mettere a disposizione nuovi treni e nuovo personale. Sarà, per Fontana, «una competizione virtuosa articolando il servizio regionale in due distinte imprese ferroviarie».

Fs attende i 450 nuovi treni Hitachi e Alstom ordinati nel 2016 per più di quattro miliardi e mezzo di euro. I primi treni dovrebbero arrivare in Lombardia nel 2019 e, per qualcuno, questo sarebbe un fatto positivo anche per Trenord, finora costretta ad affittare a caro prezzo a Trenitalia convogli vetusti.

M5s: trasporto lombardo distrutto

Non sono mancate le immediate reazioni. Il Movimento 5 Stelle, con Simone Verni, ha dichiarato che «Trenord è il Titanic della Lombardia» che da «modello vincente da esportare» ha finito col «distruggere il trasporto pubblico in Lombardia». Verni ha aggiunto di essere preoccupato per «il futuro dei lavoratori di Trenord» e ha espresso dubbi sia sul prosegumento dell'investimento in 160 nuovi treni promesso dalla Lombardia con Maroni sia sull'effettiva capacità di Fs di rinnovare la flotta.

Civici: bene ma più coinvolti i territori

Elisabetta Strada, consigliera del gruppo Lombardi Civici Europeisti, ha accolto con favore il piano di divorzio: «Una decisione che sollecitavamo da tempo». Ma ha avvertito che è necessario coinvolgere di più i territori nella verifica dei risultati. «Il servizio o meglio il disservizio regionale non poteva continuare ad andare avanti come negli ultimi anni», ha aggiunto Strada augurandosi che «prima dell'interesse economico venga l'attenzione per il benessere e la sicurezza dei pendolari lombardi».

Lega: grazie a Fontana

Silvia Scurati, Simone Giudici e Curzio Trezzani, tutt'e tre della Lega, hanno sottolineato che il servizio ferroviario di Trenord è «distante da quello che sarebbe degno di una Regione come la Lombardia» e hanno salutato con soddisfazione le dichiarazioni di Fontana sul divorzio per «accelerare il processo di profonda revisione del servizio ferroviario regionale».

Pd: nel breve termine non cambierà niente

«Finalmente, dopo settimane di indiscrezioni, oggi Fontana ha illustrato l'ipotesi del nuovo assetto», hanno dichiarato Pietro Bussolati e Gigi Ponti, consiglieri regionali del Partito Democratico: «Ma purtroppo, al momento, per i pendolari non cambierà nulla. Non è stata data una risposta immediata ai problemi che stanno affliggendo moltissime linee lombarde. Avevamo chiesto un piano straordinario anti soppressioni per limitare disagi quotidiani e ci viene proposto un percorso lungo e tortuoso che certifica l'errore strategico di Regione Lombardia».

Per i consiglieri dem non è chiaro soprattutto il nodo dei contratti di servizio, che ovviamente saranno due. Secondo una indiscrezione Trenitalia vorrebbe un rinnovo "monstre" fino al 2034, ipotesi ritenuta inaccettabile da Regione Lombardia.

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