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E Maroni ritratta la polemica col governo: «Avevo capito male»

Dietrofront del governatore, che aveva sparato a zero contro Renzi per l'idea del polo tecnologico con guida dell'Iit di Genova anziché di una o più eccellenze lombarde

Scusate, avevo capito male. Questo il senso di una dichiarazione rilasciata da Roberto Maroni, governatore della Lombardia, a Radio Anch'io mercoledì 11 novembre, dopo la polemica su chi guiderà il dopo Expo. L'anticipazione del piano del governo ("Milano 2040") parlava di un polo della tecnologia condotto dall'Istituto italiano di tecnologia di Genova con la collaborazione di Torino e Trento. Cosa che aveva fatto infuriare Maroni, che ancora nel pomeriggio del 10 novembre ripeteva: «O ci sono le eccellenze lombarde o non approvo il piano».

Poi il dietrofront: «Avevo capito che il governo dicesse: 'Si fa solo il polo tecnologico e lo mettiamo nelle mani dell'Iit di Genova', istituto prestigioso ma piccolino», ha dichiarato Maroni in radio: «Ma ieri mi è parso di capire che poi ci sarà tutto il resto da fare», cioè la parte che Renzi ha definito «immobiliare» nel suo intervento al Piccolo Teatro, e che riguarda l'università.

Renzi in realtà non aveva mai escluso la coabitazione tra università e polo della ricerca, anche perché la logica sta tutta dalla parte della sinergia tra i due elementi. Maroni non manca però di esprimere - in ogni caso - insoddisfazione per la guida genovese: «L'Iit verrebbe a Milano a dire come si fa la ricerca? No, mi spiace, ma è la società scientifica lombarda che dice di no», di fatto riaprendo la polemica mentre la chiudeva. In verità, Giovanni Azzone (rettore del Politecnico), intervistato da Radio 24 sempre mercoledì, ha commentato che «chiediamo sempre di attrarre imprese straniere, figuriamoci se non vogliamo attrarre centri di ricerca esterni al territorio», e anche che «è poco importante chi guida il polo tecnologico».

Infine Maroni è tornato sul rischio di speculazioni edilizie nella parte residuale dell'area (ormai ex) espositiva. «Proprio per evitarle - ha detto - vorrei metterci un centro sportivo, uno stadio di atletica, una piscina olimpica pubblica che Milano non ha e anche lo stadio».

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