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Se la giunta Sala rischia di "azzerarsi" per le elezioni anticipate

Il sindaco è stato chiaro con i suoi: se vi candidate, dimettetevi da assessori. Ma le tentazioni per gli appuntamenti elettorali (non ancora certi) sono parecchie

Qualcuno inizia a scommettere seriamente che nel 2017 si terrranno, anticipatamente, sia le elezioni politiche nazionali sia quelle regionali lombarde, entrambe in teoria previste per il 2018. E Giuseppe Sala, sindaco di Milano, ha iniziato a fare la "conta" dei suoi assessori (che sono in tutto dodici) che potrebbero essere "tentati" da una candidatura importante. Facendo capire chiaramente di non volere assessori a mezzo servizio, proiettati con la mente al Pirellone o a Roma. 

Per quanto riguarda le politiche, è in via di approvazione una legge elettorale che avrebbe già l'accordo trasversale di Pd, Lega Nord e Forza Italia, dunque con i numeri assicurati. L'accelerazione, voluta da Matteo Renzi (riconfermato segretario del Pd), sarebbe dovuta all'idea di evitare il voto subito dopo una Legge di Stabilità che si annuncia piuttosto "forte". Per quanto riguarda le regionali, il 22 ottobre si terrà il "referendum sull'autonomia" e Roberto Maroni (presidente in carica della Regione) ha dichiarato che "un mandato di cinque anni è più forte di uno di cinque mesi" dal referendum al voto a scadenza naturale. Facendo intendere di essere pronto ad anticipare il voto, anche per creare un "election day" (regionali, politiche, referendum locale). 

Votare in autunno significa però prepararsi già prima dell'estate con le candidature. Almeno per i nomi più di peso. E fare l'assessore a Milano è chiaramente un'ottima occasione di visibilità nazionale (e internazionale). Diversi dunque gli assessori che stanno pensando al salto, anche se Sala li vorrebbe tutti ancora a Palazzo Marino.

Tra i possibilisti per le elezioni regionali, in prima fila troviamo Carmela Rozza, assessore già con Pisapia (ai lavori pubblici) e poi con Sala (alla sicurezza e coesione sociale). L'esponente del Partito Democratico ha anche avuto, si dice, un aspro confronto con il vice sindaco Anna Scavuzzo dopo la vicenda dei vigili al Parco Trotter: le regionali potrebbero essere l'occasione per un "divorzio consensuale". Marco Granelli, assessore alla mobilità, di area cattolica del Pd, potrebbe prendere il posto di Fabio Pizzul, ora in consiglio regionale.

E chi punta, invece, al parlamento? Il più tentato di tutti sarebbe Pierfrancesco Maran, "forte" delle sue importanti deleghe in giunta, prima (con Pisapia) alla mobilità, ora all'urbanistica. Il giovane dem renziano, consigliere comunale già a 26 anni, non vuole certamente fermarsi a Palazzo Marino. Cristina Tajani (assessore alle attività produttive) avrebbe la stessa tentazione. Si è detto tanto di Pierfrancesco Majorino, già candidato alle primarie per il sindaco: ma l'esponente della sinistra del Pd (che è rimasto nel partito) non ha mai nascosto di amare il suo lavoro alle politiche sociali e potrebbe quindi restare a Palazzo Marino, per poi magari candidarsi a sindaco nel dopo Sala.

Anche tra i consiglieri comunali qualcuno vorrebbe candidarsi: Franco D'Alfonso (già assessore al commercio con Pisapia e ora consigliere della lista Noi Milano) punterebbe alle regionali, Sumaya Abdel Qader e il presidente del consiglio comunale Lamberto Bertolè alle politiche.

Infine occorre citare Lucia De Cesaris, che con Sala non è assessore ma è stata vice sindaco con Pisapia e poi grande sostenitrice dell'attuale sindaco, potrebbe diventare assessore regionale se vincesse il centrosinistra (il cui candidato presidente, quasi certamente, sarà il sindaco di Bergamo Giorgio Gori).

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