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Elezioni comunali 2017 Sesto San Giovanni

Accordo Di Stefano-Caponi a Sesto: la Stalingrado d'Italia verrà "espugnata"?

In vista del ballottaggio del 25 giugno, il centrodestra incassa l'apparentamento con le liste di Gianpaolo Caponi, ex Terzo Polo

In politica, la matematica è una opinione. Ma, nelle premesse, l'ex "Stalingrado d'Italia", ovvero Sesto San Giovanni, potrebbe essere ad un passo dall'avere - per la prima volta nella sua storia - un sindaco non di sinistra. E' stato infatti ufficializzato venerdì 16 giugno, a due giorni dal tempo massimo, l'apparentamento tra il candidato sindaco di centrodestra Roberto Di Stefano (ala "dura" di Forza italia) e il polo civico guidato da Gianpaolo Caponi. Di Stefano al ballottaggio se la vedrà con il sindaco uscente del Pd Monica Chittò, e sarà forte (almeno potenzialmente) dei numeri di Caponi, che non sono da poco.

Solo 1.500 i voti che hanno seprato Chittò da Di Stefano al primo turno: 9.400 quelli del sindaco, 7.900 quelli del candidato di centrodestra. In percentuali, 30,97% contro 26,09%. La vicinanza è evidente. E la portata dell'accordo tra Di Stefano e Caponi è di quelle "rivoluzionarie": il terzopolista, che nel 2012 si era candidato a sindaco con uno schieramento ispirato da Monti e Fini, ha conquistato ora il 24,24%, ovvero quasi 7.400 voti.

Pochi di meno rispetto a Di Stefano e che, sommati ai suoi, portano il centrodestra a un potenziale di quasi 16 mila voti, molti più di quelli da cui parte la Chittò. 

Dopo il voto dell'11 giugno, Caponi ha incontrato sia Chittò sia Di Stefano. E la stessa Chittò ora spiega di non stupirsi dell'apparentamento. "Mentre noi abbiamo posto l'attenzione alla necessità di valorizzzare civismo, associazionismo e volontariato, Caponi ribatteva con chiusura aprioristica. Ho avuto la sensazione che Caponi avesse già compiuto la sua scelta", afferma il sindaco uscente, che ora si rivolge direttamente ai cittadini di Sesto definendo lo schieramento avversario "una destra egemonizzata da Forza Nuova e dalla Lega". 

Diverso il comunicato di Caponi, sostenuto dalle sue quattro liste. L'ex leader del Terzo Polo sestese ha diffuso una nota nella quale spiega di avere portato le stesse proposte ai tavoli con Chittò e Di Stefano, accusando però Chittò di essere "rimasta ferma su impostazioni ideologiche lontane dalle nostre forse per tutelare i partiti minori che fanno parte della sua coalizione", mentre "una posizione diversa l’abbiamo riscontrata nel dialogo con il candidato al ballottaggio Di Stefano, che ha da subito dimostrato un vivo interesse nei confronti di molte delle nostre idee e dei nostri progetti innovativi in particolare lotta al degrado, sicurezza e attenzione alle famiglie e alle persone colpite dalla crisi economica". 

E Di Stefano? Ovviamente si dice soddisfatto. "L'obiettivo comune è vincere a Sesto nel segno del cambiamento e della discontinuità, portando avanti programmi comuni per ridare dignità a Sesto San Giovanni. Sono tantissimi i punti che ci uniscono: dalle politiche sul sociale all'attenzione sui temi della sicurezza, dalle politiche sulla famiglia alla lotta al degrado", scrive in una nota.

Nulla è comunque scontato. Innanzitutto non è affatto detto che i 7.400 elettori di Caponi e delle sue quattro liste civiche seguano "in massa" l'indicazione del loro leader; la Chittò, poi, può contare quasi certamente sui mille voti della Lista Popolare X Sesto di Alessandro Piano e, anche, sull'effetto "astensione al secondo turno" che, molto probabilmente, metteranno in atto moltissimi degli elettori del Movimento 5 Stelle (4 mila abbondanti). Infine è andata a votare l'esatta metà (50,92%) del corpo elettorale di Sesto San Giovanni e, per il secondo turno, può succedere di tutto: che si riduca ulteriormente o che aumenti. Mentre certamente, almeno in parte, i votanti si "rimescolano" tra chi è andato prima e non andrà dopo o viceversa. 

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