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Martedì, 19 Marzo 2024
Elezioni comunali 2019

Elezioni Comunali 2019: diretta spoglio e chi ha vinto nei Comuni milanesi

I risultati. Il Centrosinistra argina l'avanzata della Lega nei Comuni milanesi; malissimo il M5S

Domenica si è votato in circa la metà dei Comuni italiani per rinnovare il sindaco e il consiglio comunale. La percentuale di Comuni al voto in Lombardia sale addirittura al 66%: sono infatti coinvolti 995 Comuni su 1.507, di cui 961 sotto i 15 mila abitanti e appena 34 sopra i 15 mila abitanti. Lo spoglio è iniziato lunedì 27 maggio alle 14.

Dai primi riscontri, il centrosinistra, nei Comuni milanesi, ha avuto risultati di maggior impatto rispetto alla vittoria della Lega alle Europee. Il Movimento 5 Stelle arranca e fatica in quasi tutti i paesi non riuscendo a imporre i propri candidati. 

I risultati e chi ha vinto: tutti i Comuni milanesi

Nel Milanese nelle cittadine sopra i 15mila abitanti si è votato a Cesano Boscone, Cormano, Cornaredo, Cusano, Lainate, Novate, Paderno, Rozzano, Settimo, Trezzano. Sono questi i Comuni sopra i 15mila abitanti. Nei link ci sono i risultati. Qui, invece, i Comuni più piccoli

Nella Città Metropolitana di Milano, invece, i Comuni al voto sono 68, di cui 10 sopra i 15 mila abitanti: 9 per scadenza naturale e uno, Paderno Dugnano, perché il sindaco Marco Alparone è diventato consigliere regionale e ha optato per il Pirellone. Tra i Comuni più piccoli, invece, è la prima elezione per Vermezzo con Zelo, frutto della fusione di Vermezzo e Zelo Buon Persico. Ricordiamo che la legge elettorale è differente a seconda che i Comuni siano inferiori o superiori ai 15 mila abitanti. Le principali diversità sono due. Sopra i 15 mila abitanti, i sindaci possono essere sostenuti da coalizioni di più liste ciascuna e, se nessun candidato sindaco supera il 50% dei voti più 1, i primi due vanno al ballottaggio due settimane più tardi.

Affluenza europee e comunali

Definitivi i dati sull'affluenza. In Lombardia per le Europee ha votato il 64,84% degli aventi diritto, un dato in calo rispetto a cinque anni fa, quando aveva votato il 67,33%. Calo ancora più pesante per la città metropolitana: 62,87% contro il 66,34% scorso. Diminuiscono gli elettori anche sotto la Madonnina: 58,68% di affluenza, con 582.355 milanesi che si sono recati alle urne, secondo i dati forniti dal Comune.

I risultati delle Europee a Milano

A livello di preferenze personali, l'ex sindaco Giuliano Pisapia (capolista del Pd) ottiene più di 67 mila voti e "batte" Matteo Salvini, capolista della Lega, che si ferma a circa 55 mila. Deve invece accontentarsi di 23 mila voti milanesi il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Quasi 10 mila i voti di preferenza a Giorgia Meloni nella lista di Fratelli d'Italia. 

Un piede già a Bruxelles anche per l'assessore alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino, secondo nel Pd a Milano città con oltre 37 mila preferenze, e per l'economista Irene Tinagli che ne totalizza più di 26 mila. Soltanto quarta in città per il Pd l'eurodeputata uscente Patrizia Toia.

Sul fronte leghista, Silvia Sardone si conferma "macinatrice" di voti personali. Ne ottiene, nella sola Milano, più di 11 mila (furono circa gli stessi ma in tutta la Città Metropolitana nel 2018, quando la "pasionaria" era candidata alle regionali per Forza Italia). Dopo il pavese (ma molto apprezzato in casa Lega) Angelo Ciocca, è quarto Pietro Marrapodi, consigliere del Municipio 3, che supera la consigliera comunale Laura Molteni.

In Forza Italia il secondo posto a Milano è per l'eurodeputato uscente (ed ex presidente della Provincia di Cremona) Massimiliano Salini, appoggiato dal mondo cattolico. Terzo posto per Lara Comi, poi Claudia Toso di Energie per l'Italia (il movimento dell'ex candidato sindaco Stefano Parisi). Quinto è Mauro Parolini, di Noi con l'Italia (mondo cattolico anche qui). Sopra le mille preferenze Giusy Versace, mentre Pietro Tatarella, ex consigliere comunale arrestato durante la campagna elettorale con l'accusa di finanziamento illecito, ottiene in città più di 400 preferenze personali. 

Nel Movimento 5 Stelle, l'eurodeputata uscente Eleonora Evi supera le 2.300 preferenze, mentre la capolista Maria Angela Danzì tocca i 2 mila voti personali. Terzo Eugenio Casalino, già consigliere regionale fino al 2018. 

In +Europa, con quasi 3 mila voti, a Milano "primeggia" il capolista e segretario nazionale Benedetto Della Vedova, poi è un "testa a testa" tra quattro candidate tutte donne: l'ex dirigente dell'Unione Europea Paola Testori, la tesoriera di +Europa Silvja Manzi, la consigliera del Municipio 7 Martina Riva e la consulente aziendale Giulia Pastorella (già tra i migliori under 30 italiani di Forbes), tutte sopra 1.200 preferenze personali. 

Carlo Fidanza, con più di 1.800 voti, segue la Meloni in Fdi, mentre è terzo l'eurodeputato uscente Stefano Maullu, che a Milano conquista più di 1.500 preferenze. Più o meno le stesse della co-portavoce nazionale Elena Grandi (vice presidente del Municipio 1), che si lascia alle spalle il leader di Possibile Beppe Civati e l'assessore del Municipio 8 Enrico Fedrighini. 

Elezioni Europee 2019 a Milano: commenti e reazioni politiche

L'avanzata della Lega, alle elezioni europee del 2019, si "ferma" fuori dai confini di Milano. In realtà anche nel capoluogo meneghino il Carroccio ha aumentato i consensi rispetto al 2018, arrivando a oltre il 27%, ma il Partito Democratico ha ottenuto una affermazione netta ed evidente (36%) e il suo capolista, l'ex sindaco Giuliano Pisapia, ha "surclassato" in termini di preferenze il ministro dell'Interno Matteo Salvini: 71 mila contro 57 mila

«Nella città che Salvini voleva “riprendersi”, dal centro alla periferia, le ricette sovraniste si scontrano con le proposte concrete ed europeiste del Pd e con il buon governo di un'amministrazione di centrosinistra che sta lavorando bene per i cittadini», il commento di Silvia Roggiani, segretaria metropolitana dei dem. Roggiani ha anche evidenziato i quattro milanesi eletti sui cinque che andranno a Bruxelles nel Pd dal Nord-Ovest (Giuliano Pisapia, Pierfrancesco Majorino, Irene Tinagli e Patrizia Toia): «Non ci sediamo sul risultato delle europee ma ripartiamo anche per colmare il gap tra la città e l'area metropolitana».

«Un consenso così ampio è un grandissimo onore ma anche una grandissima responsabilità ed è per questo che nel ringraziarvi di cuore voglio rinnovare l'impegno preso con tutti voi per un'Europa più giusta e solidale». Questo il commento di Giuliano Pisapia, il più votato del Pd a livello nazionale, lunedì mattina su Twitter, che ha poi aggiunto che «l'impegno per costruire una vera alternativa di governo con un centrosinistra largo e plurale sta iniziando a dare i suoi frutti».

Matteo Salvini è soddisfatto, ovviamente, per il risultato complessivo della Lega, ma non del tutto per quello di Milano. Se il ministro dell'Interno fa notare che «in un anno abbiamo guadagnato 10 punti», riconosce la distanza che separa ancora, sotto la Madonnina, la Lega dal Pd: «Quelle nazionali sono percentuali a cui vorrei portare anche la Lega a Milano», ha dichiarato in conferenza stampa lunedì mattina. 

«Per fortuna Milano è una città che cresce a prescindere dai sindaci», ha aggiunto elencando i primi cittadini da Formentini a Sala, passando per Albertini, la Moratti e Pisapia. «Milano - ha commentato - è oltre la politica e i sindaci». 

Parole di emozione e ringraziamento da parte della "pasionaria" milanese Silvia Sardone, terza in circoscrizione per la Lega e seconda in città: «Sono la donna più votata della Lega in questa circoscrizione e ottengo un risultato clamoroso, inaspettato, meraviglioso». E Attilio Fontana, presidente leghista della Regione, scrive su Facebook: «Alla luce del grande risultato della Lega, si riparte con rinnovato entusiasmo e voglia di concludere sui temi a cui teniamo in modo particolare».

Per Forza Italia «il risultato a Milano, dopo tutto quello che è successo e il grande momento della Lega, è in linea con la percentuale nazionale.», spiega Alessandro De Chirico, consigliere comunale, a MilanoToday. «Presto dobbiamo analizzare gli errori, capire le responsabilità e trovare soluzioni prima della pausa estiva. Sicuramente il centrodestra unito a Milano tiene testa alla sinistra. Dobbiamo iniziare da subito a lavorare a testa bassa per le comunali del 2021 trovando un candidato da contrapporre a Sala».

Bocche cucine, almeno nell'immediatezza del voto, da parte del Movimento 5 Stelle, che anche a Milano hanno perso consensi rispetto alle elezioni politiche del 2018.

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