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Giovedì, 25 Aprile 2024

Giampaolo Mannu

Video reporter

Dai novax agli ultracattolici: il controverso carrozzone che sostiene Bernardo

Il primario di pediatria dell'ospedale Fatebenefratelli è ufficialmente in corsa per diventare primo cittadino di Milano, ma non ha ancora reso pubblici i punti programmati della sua campagna elettorale

Dopo mesi di attesa il centrodestra ha infine presentato il proprio candidato alle elezioni amministrative di ottobre che decideranno chi sarà il sindaco di Milano per i prossimi 5 anni. La candidatura di Luca Bernardo, medico e primario di pediatria all’ospedale Fatebenefratelli, è arrivata dopo i grandi rifiuti da parte di personaggi del calibro dell’ex sindaco Gabriele Albertini, del primario del San Raffaele Alberto Zangrillo, e del manager Oscar di Montigny: segnali che testimoniano quanto il centrodestra milanese (ma lo stesso si potrebbe dire del centrosinistra) non sia più in grado di esprimere una candidatura “politica” che nasca dal territorio, finendo per “rifugiarsi” nella società civile.

La conseguenza è che Luca Bernardo ha sì ufficializzato la propria candidatura, ma non il proprio programma (come del resto non ha ancora fatto nemmeno il sindaco uscente, ndr), puntando invece tutto sui presunti demeriti di Beppe Sala e della sua amministrazione: dalla pista ciclabile di corso Buenos Aires all’ambientalismo “di facciata” dell’ex commissario Expo, fino alle periferie abbandonate e in preda alla micro criminalità. Il motivo di questa mancanza di proposte politiche è molto semplice: il programma ancora non c’è, e a confermarlo è stato lo stesso Bernardo che durante la presentazione ufficiale della sua lista ha candidamente ammesso che “è ancora allo studio e sarà presentato presto. Sicuramente sarà un programma per i milanesi, perché noi siamo milanesi”. Fine del programma.

L’impressione personale di chi vi scrive è che Bernardo sia sicuramente un serio professionista e una personalità eminente della nostra città, ma politicamente non è che un candidato di facciata che esprime un fragile equilibrio politico tra il partito di Giorgia Meloni e la Lega di Matteo Salvini. Fragile perché la competizione interna tra i due partiti più votati del centrodestra è palese, tanto che la leader di Fratelli d’Italia ha disertato la presentazione ufficiale della candidatura di Bernardo dopo lo “sgarbo” della Lega sulla commissione di vigilanza Rai. Un’assenza pesante, che tuttavia il primario ha nuovamente liquidato con leggerezza: “Sono dispiaciuto a livello personale, ma so che aveva degli impegni e ci è vicina”.

A fare da “terzo incomodo” c’è poi Forza Italia, ormai lontana dai fasti dei primi anni 2000 e ridimensionata a fanalino di coda della coalizione che segue la scia di Lega e Fdi con malcelato malcontento, come dimostra la sfuriata di Ignazio La Russa per il posto riservato in seconda fila, invece che in prima, durante la conferenza stampa di presentazione della candidatura di Bernardo. La subalternità del partito di Silvio Berlusconi è ormai chiara, e i volti annoiati, a tratti persino scocciati, durante il collegamento telefonico del Cavaliere (durato ben oltre 10 minuti) ne sono una prova evidente.

Il carrozzone del centrodestra che vuol governare Milano non è però finito qui. Alla presentazione di Bernardo c’era infatti anche un quarto rappresentante politico rimasto tuttavia un po’ più in ombra: Andrea Brenna, segretario del “Popolo della famiglia”, il partito fondato da Mario Adinolfi. Intervistato da Milano Today, Brenna afferma di essere contrario all’aborto, alle adozioni gay, al Pride, all’eutanasia legale e, ovviamente, al ddl Zan. Una destra ultracattolica, insomma, che l’abile Matteo Salvini si tiene accanto in sordina per aver presa sull’elettorato che fa rife rimento ai valori della Chiesa, e ci si chiede, a questo punto, se anche il professor Bernardo, da uomo di scienza qual è, condivida questa linea oltranzista e di certo tutt’altro che liberale.

C’è poi infine l’ombra dei novax, ai quali il leader della Lega Salvini strizza un po’ l’occhio temporeggiando sulla data della propria vaccinazione. Interpellato dai giornalisti, l'ex ministro dell'Interno ha ribadito di essere in attesa della prima dose nel mese di agosto, facendo prima finta di estrarre dal portafogli il foglio della prenotazione, salvo poi eludere le insistenze dei cronisti con un “non vi dico la data, sennò poi mi stalkerate”. Lo stesso Bernardo, interrogato sull'utilità del green pass per accedere ai locali, se la cava con una battuta di spirito: "Green pass? Semmai serve il defibrillatore per le periferie abbandonate da Sala".

Luca Bernardo, insomma, non ha un programma, non ha un partito di riferimento e non ha nemmeno certezza di quali siano i propri alleati né di quanto sia compatta la coalizione che lo dovrebbe sostenere in caso di vittoria, e tutto questo non rappresenta certo un buon inizio per un candidato sindaco che vuole guidare la capitale economica d'Italia.

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