Elezioni comunali Milano, chi non entra in consiglio comunale (ci sono nomi 'pesanti')
Assenze pesanti nel consiglio comunale che verrà. I dettagli
Per chi ride - Beppe Sala e la sua squadra -, c'è chi piange. E non poco. Sono i non eletti delle elezioni comunali di Milano, gli esclusi al termine di una chiamata alle urne che ha confermato il sindaco uscente al primo turno e ha regalato numeri decisamente sotto le aspettative per tutto il centrodestra.
La nuova giunta Sala, chi sarà il vicesindaco
E proprio dal centrodestra restano fuori dal consiglio comunale nomi grossi, "pesanti". I tonfi più significativi si registrano nella Lega, che supera di poco il 10%. Se "miss preferenze" è Silvia Sardone, con i suoi oltre 3mila voti, fanno rumore le cadute verticali di alcuni volti noti. Gianfranco Senna, 802 preferenze, non sarà a palazzo Marino, nonostante sia consigliere regionale e uomo molto vicino al leader Matteo Salvini. Ma la compagnia è "buona". Porte chiuse al comune anche per Gabriele Abbiati, Laura Molteni, Oscar Strano - che arrivava dal municipio -, l'ex capo dei vigili Antonio Barbato e soprattutto per Max Bastoni, tra i leghisti più famosi in città e uomo - per sua stessa ammissione - anche della destra più estrema.
Chi entra in consiglio comunale
Non va meglio in Forza Italia, che ha portato a casa uno striminzito 7,08%. Non eletti Marco Cagnolati - 1.011 voti per l'ex consigliere di municipio 3 - e Fabrizio De Pasquale, nome storico degli azzurri che si è fermato a quota 910 "crocette". In Fratelli d'Italia - di poco sotto il 10%, con Vittorio Feltri in grande spolvero - niente da fare per Michele Mardegan, ex esponente di An in comune, e per Massimo Girtanner, l'uomo scelto dal decano Riccardo De Corato come suo "successore". Strada verso palazzo Marino sbarrata anche per Rebecca Arippol - capolista della civica di Bernardo -, per la grillina Layla Pavone e per l'ex cinque stelle Gianluigi Paragone, entrambi candidati sindaco.
Nel centrosinistra, però, non tutti sorridono. All'exploit del Pd - sopra il 33%, con Pier Maran grande protagonista - fanno da contraltare gli scarsi risultati di Milly Moratti, 686 voti, e Dijana Pavlovic, sole 323 preferenze. Nella civica di Sala male l'assessore uscente al turismo Roberta Guainieri, che con i suoi 956 voti non rientra a palazzo Marino. Fuori anche altri due ex esponenti della giunta: a Paolo Limonta, fino a sabato all'edilizia scolastica, non bastano le oltre 1000 preferenze nella sua lista Milano unita e a Lorenzo Lipparini, ex partecipazione, non sono sufficienti i 508 voti raccolti tra le fila dei Radicali. Per entrambi l'unica strada per rientrare a palazzo Marino è ottenere un assessorato nella nuova giunta di Beppe Sala.