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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Beppe Sala sostiene che Bernardo non è degno di essere sindaco di Milano

Secondo il primo cittadino uscente "Chi non ha il coraggio di dichiararsi antifascista non sia degno di guidare la nostra città, Medaglia d’oro della Resistenza"

Un giudizio netto: "Sono convinto in modo assoluto che chi non ha il coraggio di dichiararsi antifascista non sia degno di guidare la nostra città, Medaglia d’oro della Resistenza". Così nella mattinata di sabato 14 agosto il sindaco uscente di Milano, Beppe Sala, è intervenuto sulla questione antifascismo sollevata dal candidato del centrodestra per Palazzo Marino, Luca Bernardo, nella mattinata di venerdì.

Secondo Sala: "Certi valori non sono mode, sono il frutto del sacrificio di nostri concittadini per garantire la democrazia contro ogni forma di dittatura. Di cui godiamo anche oggi".

La replica dell'attuale primo cittadino è arrivata quasi 24 ore dopo la dichiarazione del suo sfidante per un motivo ben preciso: "A lui e agli altri ho deciso di non rispondere mai. Porterò avanti le mie idee e poi decideranno i milanesi chi più è degno di guidare Milano fino al 2026. Ma in questa occasione non posso esimermi dal dire la mia.

La replica di Bernardo: "Il mio antifascismo è nei fatti"

"Il mio antifascismo è nei fatti, non nelle etichette: nessuno mi può accusare di essere fascista", con queste parole il candidato sindaco di Milano ha replicato a Beppe Sala. 

"Il concetto era semplice e chiaro, bastava ascoltare e riportare con onestà quanto ho detto - ha proseguito -. Mio nonno, uomo alto 1.98, siciliano, deceduto per infarto, si spogliò della divisa di granatiere e fece il partigiano a Bologna. Mi onoro della lunghissima amicizia con la comunità ebraica milanese. Questi sono i fatti. Altro, invece - ha aggiunto -, sono le accuse create ad arte (sotto l'ombrellone in riva al mare) e alimentate dalla macchina social. Da medico e uomo della società civile sono abituato ad affrontare i colpi bassi che la vita riserva, ma non ero preparato a bugie, falsità e polemiche architettate per raccattare un voto in più".

Bernardo: "Non distinguo tra fascisti e antifascisti"

Il caso era nato venerdì mattina, dopo un incontro con i commercianti al Portello, quando il primario di pediatria del Fatebenefratelli è stato stuzzicato sul caso Durigon il sottosegretario della Lega che ha proposto di intitolare al fratello di Benito Mussolini a Latina il parco attualmente dedicato a Falcone e Borsellino.

"Io non distinguo le persone tra fascisti e antifascisti, contro questo e contro quell’altro. Le persone non le distinguo se non per uomo, donna e persone per bene", le parole di Bernardo. E ancora, a precisa domanda su cosa ci fosse di male a definirsi anti fascista davanti alle telecamere: "Nessun male, non ho definizioni in questo senso".

E andando avanti, sempre sulla stessa scia: "Io non mi definisco nè A, nè B nè Z, mi definisco un cittadino di Milano, che vuol dire che essere aperto e liberale. La libertà conquistata grazie ai nostri nonni dobbiamo portarla sempre comunque avanti". E dunque, non c’è differenza per Bernardo tra fascisti e antifascisti? “Certo che c’è, se vogliamo andare sul semantico – ha replicato –. So che cosa mi volete chiedere so che cosa vi rispondo perché arrivando dalla società civile credo che la mia storia di medico parli da solo".

"Io mi definisco Luca Bernardo che arriva dalla società civile – ha proseguito –. Ho fatto il medico e sto nel sociale da più di 30 anni. Non distinguo assolutamente le persone dal colore ma per competenza e valore umano. Non guardo al colore politico – ha concluso –, mi auguro che tanta area moderata di sinistra si sposti durante le elezioni, e soprattutto dopo, per darci una mano".

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