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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Elezioni comunali 2021

Elezioni a Milano, torna la pace tra Sala e i Verdi

Incontro per avviare il dialogo. Fedrighini: «Non si torna indietro, appoggeremo il sindaco»

I Verdi saranno in coalizione con il centrosinistra nel 2021, alle prossime elezioni comunali, e appoggeranno la candidatura a sindaco di Beppe Sala. La notizia era nell'aria da qualche settimana ma non era affatto scontata: i rapporti tra i Verdi e il sindaco uscente sono infatti da tempo piuttosto tesi, tanto che all'interno del movimento, a Milano, si erano delineate due visioni opposte: quella "unitaria", che spingeva per restare nel centrosinistra meneghino, e quella che invece preferiva un percorso autonomo almeno al primo turno.

Nel pomeriggio di lunedì 21 dicembre si è tenuto il primo incontro ufficiale e pare che sia emersa totale sintonia. Il sindaco non ha mai fatto mistero, negli ultimi mesi, di lavorare a un programma più marcatamente ecologista, tanto che, se i Verdi non fossero entrati in coalizione, l'entourage di Sala era al lavoro sul "piano B": una lista civica ecologista in appoggio. 

Duro scontro su via Bassini

Meno di un anno fa, a gennaio 2020, lo scontro sugli alberi di via Bassini, abbattuti per fare posto a un nuovo dipartimento del Politecnico. I Verdi, con in testa la co-portavoce nazionale Elena Grandi, che è anche assessora al Municipio 1 di Milano nel centrosinistra, avevano partecipato a una (affollata) manifestazione, chiedendo senza mezzi termini al sindaco di affacciarsi su piazza Scala per «chiedere scusa». Al vetriolo la replica di Sala: «Loro dovrebbero scusarsi con gli italiani perché sono riusciti a raccogliere a malapena il 2% del consenso mentre in altri Paesi d’Europa sono arrivati anche al 15%, perché un ambientalismo che è solo del 'no' e della rigidità porta a queste cose».

In quegli stessi giorni i Verdi rientravano dopo nove anni in consiglio comunale: con la nomina ad assessore di Paolo Limonta, il primo dei non eletti era Enrico Fedrighini, storico esponente ecologista milanese, che così lasciava l'assessorato al Municipio 8. Con l'ingresso di Fedrighini a Palazzo Marino emergevano chiaramente le due anime nel movimento: mentre Sala e la Grandi polemizzavano su via Bassini, lui assicurava pieno appoggio al sindaco e alla giunta (senza tacere critiche nel merito della vicenda degli alberi).

«Lista autonoma Verde»

Qualche mese più tardi, sull'onda del trionfo ecologista in Francia con sindaci verdi a Lione, Bordeaux, Strasburgo e altre città, Elena Grandi aveva annunciato la lista autonoma ecologista, diversamente dal 2016 quando i Verdi si presentarono nella lista Sinistra x Milano; aveva dato ancora credito a Sala chiedendo però un sostanziale cambiamento su vari fronti (la Goccia, lo stadio), altrimenti la strada sarebbe stata quella del candidato sindaco autonomo. In tutto questo, i Verdi si sono fatti vivi davanti allo stadio Meazza, fino alla manifestazione di ottobre. Il movimento si è schierato apertamente contro la costruzione del nuovo stadio voluto da Milan e Inter.

Ora gli strappi vengono ricuciti. C'è voluto del tempo e anche un lavoro di rimarginazione condotto soprattutto dall'ala "unitaria". «E' stata presa definitivamente la via del non ritorno - commenta soddisfatto Fedrighinii - i Verdi milanesi saranno parte della coalizione di centrosinistra che sostiene la riconferma di Sala come sindaco di Milano. Una vittoria fondamentale dei Verdi "unitari" che hanno lavorato, per questo obiettivo, direttamente con i Verdi Europei, al fine di proseguire la transizione ecologica di Milano».

Ma in politica, come nella vita, non è mai tutto certo. E qualche ora dopo arriva la "precisazione" di Verdi Angelo Bonelli, uno dei massimi dirigenti nazionali del movimento: «Ad oggi - scrive Bonelli - non c’è alcuna intesa con il sindaco di Milano, c’è stato un colloquio cordiale ma rigoroso con un confronto programmatico che continuerà nei prossimi giorni e che non si è concluso». Tradotto dal "politichese", è quasi la stessa cosa: solo che da una parte si vede "il bicchiere già quasi pieno" e dall'altra si "frena un po'", per prudenza e consapevoli che le due anime restano. Una più favorevole e una più contraria all'accordo con Sala.

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