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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La polemica / Sesto San Giovanni

"Israele paese di merda": bagarre a Sesto sulle parole (del 2011) del candidato di centrosinistra

Ripescati alcuni post in cui Foggetta paragonava Israele (governo e popolo) all'apartheid nazista per le azioni contro i palestinesi. Lui: "Mea culpa, ma ero giovane". L'avversario Di Stefano: "Non aveva certo 15 anni"

Lo stato d'Israele? Una "montagna di merda", un "mare di merda" e un "diavolo". L'azione contro i palestinesi? Una "premeditata, studiata e compiuta apartheid nazista" da parte di "un governo criminale di un popolo altrettanto criminale". Sono alcuni post, datati 2011 e 2014, di Michele Foggetta, candidato sindaco del centrosinistra a Sesto San Giovanni alle elezioni del 12 giugno. Foggetta, oggi esponente di Sinistra Italiana con un passato in Rifondazione Comunista, è finito nell'occhio del ciclone, ad una settimana dal voto, per queste frasi non proprio eleganti rivolte allo stato d'Israele molti anni fa, che qualcuno ha tirato fuori proprio adesso, pubblicate su Il Giornale.

S'infiamma quindi la campagna elettorale, che vede Foggetta come principale competitor di Roberto Di Stefano, sindaco leghista uscente. Il quale non perde l'occasione per polemizzare contro il suo avversario: "Ha avuto posizioni veramente imbarazzanti su Israele e il suo popolo, con insulti vergognosi. Offese che sono sinonimo di un’assoluta mancanza di senso della democrazia e di rispetto verso le istituzioni e un intero popolo".

Prima ancora che i post venissero diffusi a mezzo stampa, Foggetta aveva provato a metterci una pezza: "In dieci anni, specie se sei ancora giovane, cambi modo di parlare, di comunicare i tuoi concetti, e capisci che non sempre i governi sono effettiva espressione dei popoli che rappresentano. In dieci anni cambiano tutti. Per esempio Salvini una volta diceva 'Roma ladrona la Lega non perdona' e insultava la bandiera italiana". 

Nel 2011, però, Foggetta aveva 27 anni. Facile la replica di Di Stefano: "Non aveva certo 15 anni, era nel pieno della sua maturità". Poi, all'indomani della diffusione dei post, l'esponente di Sinistra Italiana ha accusato il sindaco uscente di avere "paura di perdere, di aver perso l'unico treno" che avrebbe voluto prendere nel 2017, "per usare la nostra città come trampolino di lancio" verso la regione o il parlamento.

Tuttavia ha dovuto ammettere che "innegabilmente" i toni dei post fossero "fastidiosamente eccessivi, e di questo faccio mea culpa", respingendo tuttavia l'accusa di antisemitismo mossa "dai tuoi mujaheddin": "Nulla che possa avere a che fare con qualunque razzismo mi appartiene, mentre appartiene a molti dei tuoi che oggi si indignano o pubblicano preghiere di cui non intendono il senso". E poi: "Rimango critico verso molte politiche e azioni di governi di Israele, ma sono, come sempre ho detto, per una soluzione due popoli e due stati, che riconosca senza dubbio il diritto dello stato di Israele ad esistere in pace e sicurezza e contemporaneamente il sacrosanto diritto del popolo palestinese ad avere un proprio stato riconosciuto internazionalmente libero e democratico".

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