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Passera: "Tante piccole moschee a Milano, controllate da garanti"

L'ex ministro, candidato a sindaco, illustra le sue idee sull'immigrazione, tema «fondamentale per Milano, di cui si parla troppo poco anche nelle primarie del Pd»

Si commuove, Corrado Passera, raccontando ai giornalisti la testimonianza di Liliana Segre agli Arcimboldi, nel Giorno della Memoria, e scusandosi per il ritardo («non era pensabile andarsene da lì», spiega). La famiglia di Liliana aveva tentato di scappare in Svizzera, ma le autorità d'Oltralpe non avevano creduto di trovarsi davanti dei veri fuggitivi e li respinsero in Italia. Dove li attendeva la "nostra" polizia, che arrestò tutti.

«E' molto d'attualità - afferma l'ex ministro, ora candidato a sindaco di Milano - se pensiamo ai profughi di oggi». Un'emergenza che mette sotto pressione Milano e l'Italia, e che nel 2016 sarà ancora più forte, visto che le frontiere verso il Nord Europa si stanno progressivamente chiudendo e - con esse - il passaggio dai Balcani. «L'Italia sarà il primo approdo - conferma Alberto Sinigallia di Progetto Arca - e bisogna prepararci a livello nazionale».

Se i richiedenti asilo, come tali, vanno assistiti («sono una cosa del tutto diversa dagli irregolari», avverte Passera), è anche un dato di fatto che un certo numero non vedrà accolta la domanda e diventerà quindi clandestino. E proprio sull'immigrazione si gioca un punto importante per la città di Milano. «E' inaccettabile che non se ne parli. Guardate le primarie del Pd: i candidati non ne stanno parlando. E' una colpa grave per loro», spiega l'ex ministro.

La 'ricetta' proposta passa attraverso due principi. Il primo: legalità e ordine, contrasto all'immigrazione non regolare che si lega al lavoro nero, alla grande criminalità, alla prostituzione e alla tratta di vere e proprie schiave. E, d'altra parte, forte integrazione per gli immigrati regolari («Milano è cresciuta e si è sviluppata integrando immigrati», argomenta Passera). Quindi un impegno sulla lingua italiana: «Dobbiamo mettere gli stranieri nella condizione di conoscerla, ma anche metterla come condizione per accedere a determinati servizi» (Video: "No allo ius soli, alla cittadinanza per nascita"). 

Le moschee infine. «E' sbagliata l'idea della sinistra di costruire poche e grandi moschee e di farlo ponendo solo condizioni finanziarie», spiega Passera: «Il nostro Paese garantisce la libertà di culto e non si discute su questo. Ma occorre farlo con un certo numero di moschee, che siano controllate da garanti. Così come avviene oggi, con tanti piccoli luoghi irregolari e non controllati in cui si prega, non ha senso».

Le politiche cittadine sull'immigrazione dovranno essere gestite anche con le associazioni del Terzo Settore, «da coinvolgere in modo strutturale», e con le comunità straniere (consolati e associazioni) per costituire canali di comunicazione sul territorio.

Tutte idee che in parte contrastano con quelle della Lega Nord. Di recente si è più volte parlato dell'ipotesi che l'ex ministro sia candidato a sindaco di tutto lo schieramento di centrodestra, per cui è inevitabile domandarsi se ci può essere un confronto sull'immigrazione, "cavallo di battaglia" di Salvini. «Sono lontanissimo dalle posizioni della signora Le Pen e del populismo - risponde Passera, senza mai citare il Carroccio - e sono un candidato civico, propongo una piattaforma e vediamo chi ci sta». Con un sogno: la città-regione, di cui l'ex ministro ha più volte parlato. «Il giorno in cui potremo averla, sarà più facile fare politiche sull'immigrazione perché avremo i poteri giusti per farlo».

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