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Sala-Parisi, prime botte vere: "Stai zitto". La replica: "Non fare il fenomeno"

A Porta a Porta è la dismissione della quota in Serravalle ad infuocare (finalmente) gli animi: e i candidati mostrano tutte le differenze. Sala più combattivo delle prime apparizioni, è sostanziale pareggio. Scintille anche per Area C-Ecopass

Botte verbali (vere) tra Beppe Sala (centrosinistra) e Stefano Parisi (centrodestra) a Porta a Porta, intervistati giovedì pomeriggio da Bruno Vespa, a meno di 2 settimane dal ballottaggio, dove uno dei due sarà il nuovo sindaco di Milano. Il secondo turno imminente sembra aver scosso entrambi dal torpore compassato e manageriale delle scorse settimane. 

Nessuno dei due era in studio, ma a Milano in collegamento, incalzati da Vespa col metronomo. E non c'è un vero vincitore. Di sicuro, Sala è apparso più aggressivo delle prime apparizioni televisive, per niente arrendevole, anche se a volte lievemente titubante come era apparso da Sky. Parisi ha confermato un eloquio tagliente, preciso, senza fronzoli. E' un osso duro. E al ballottaggio sarà fotofinish. 

L'inizio è tranquillo. Entrambi in un blabla cortese. E' la dismissione delle quote Serravalle ad accendere la miccia. Mr Expo annuncia placido che è una partecipazione "non strategica e ne usciremo", facendo sbottare Parisi che replica: "Serravalle non può acquistare 100 milioni delle proprie azioni. Non si può annunciare una cosa che non è fattibile, non si può trattare una cosa del genere con così disinvoltura. Oggi non è vendibile. Raccontare che si vende non sta nè in cielo nè in terra, si prendono in giro le persone".

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Sala para il colpo e attacca. Prima un rapido passaggio sul bilancio di Expo (Sala: "Vatti a guardare i conti, invece che lanciare accuse gratuite, buttate sempre tutto in caciara") e la controaccusa "di dire bugie": "Vai tu a spiegare come riduci le tasse di 200 milioni, non facciamo i fenomeni, perfavore". L'ex ad di Pirelli incalza sui trasporti: "Noi confermiamo Area C, che ha portato riduzione del traffico e tu? L'altro tema è portare il metro' fuori da Milano: l'M5 fino a Monza e l'M4 sulla Paullese. E lavorare sul riscaldamento. E trovare delle formule per fare in modo che i cittadini cambino le caldaie". Battibecco serrato su Ecopass (Parisi gli dice "Stai zitto" quando Sala lo accusa di aver detto di non voler più Area C: "Non ho mai detto che bisogna togliere l'Area C: non bisogna far pagare più l'Area C ai residenti") e sul blocco traffico, con l'esponente sostenuto da Fi che afferma "mai più blocchi del traffico che non servono a niente". 

Sulla sicurezza Mr Expo sembra un po' vago e non troppo efficace ("Non strumentalizziamo", "aumentare le forze", qualche lieve indecisione) mentre Parisi va a spron battuto con ritmo salviniano: "La sicurezza è un tema molto sentito. I microreati non sono perseguiti e questo non va bene. La gente non ne può più. Bisogna promuovere azioni con procura e prefettura, la gente si sente insicura in qualsiasi quartiere. Prima c'erano con Albertini 30 pattuglie notturne, oggi a Milano ce ne sono 4. La sinistra ha tolto i vigili di quartiere. Le persone che lavorano nelle società di trasporto hanno paura, gli anziani su certi mezzi non salgono". Già, Gabriele Albertini, ex sindaco, luogotenente della squadra di Parisi. Sala, al "sentimento di cambiamento" che Parisi dice di sentire tra la gente, ricorda agli spettatori "il vecchio che avanza" nella lista di Parisi. Il manager romano ha la risposta pronta: "Albertini era molto amato a Milano. E' un sindaco la cui attività in 9 anni ha dato benefici anche al Pd. Con Giuliano Pisapia non c'è più stato un progetto. Albertini ha mosso 6 miliardi di investimenti su Milano. Pisapia no". 

Sala sembra più convincente nei lisciare il pelo ai grillini - ago della bilancia fondamentale domenica prossima - ("Chiamiamoli 5 Stelle, è possibile che abbiano una reazione contro il premier Matteo Renzi, ma dalla legalità alla questione ambientale, ci sono tante attinenze di programma, possono essere dalla nostra parte. Guardate con attenzione alla differenza di programmi") e nella visione finale di Milano, dove mostra il suo libro Milano sull'acqua: "Il mio libro parla della riapertura dei Navigli: bisogna lavorare sulla finanziabilità. Ci sono fondi europei che possono aiutare. La storia di Milano nasce sull'acqua, nasce sui Navigli".  Ed è più convincente ancora Sala sull'idea di città ("Ho un'idea diversa di Parisi: siamo tutti fieri di Citylife e Porta Nuova, ma c'è anche tanto di sfitto e invenduto, bisogna lavorare su una Milano che tra 10 anni non abbia le macchine sul marciapiede. La mia sarà una politica ambientalista, sapendo che sono comunque un uomo che viene da un'azienda"). 

Qui il candidato di centrodestra non è ineccepibile ed è un po' in affanno: qualche ovvietà banale su "sviluppo", "lavoro", Milano che "cresce". Niente di graffiante e che rimanga impresso.

Giudizio finale: pareggio. Come se non si fosse ancora capito che i due sono appaiatissimi. Ma finalmente, sotto la scorza di aplomb meneghino e meneghino-romano, si vedono le unghie. Ed è un bene per tutti.  

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