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Giovedì, 25 Aprile 2024
Le parole dell'assessore

La strigliata di Maran al Pd: "Recuperare rapporto con chi non ce la fa"

Secondo l'assessore alla casa è stato sbagliato non fare le primarie e non preparare per tempo le elezioni. Ma Maran avverte: "Occhio ai 70mila voti in meno a Milano. Dobbiamo recuperare rapporto con chi non ce la fa, senza auto-assolverci"

No alle auto-assoluzioni, sì ad aprirsi di nuovo alla società. È comprensibilmente dispiaciuto per la sconfitta elettorale, Pierfrancesco Maran, assessore alla casa nella giunta Sala a Milano dopo essere stato nel 2021 'recordman' di preferenze, e prova a dare la scossa al suo partito, il Pd, e alla sinistra in generale, con un lungo post su Facebook all'indomani del voto alle elezioni regionali. Partendo con una ammissione di sconfitta e affermando subito che "la sinistra non può vivere di rendita".

"Sbagliato il no alle primarie"

Dall'assessore l'invito anzitutto a non "chiudersi in dinamiche autoassolutorie sul risultato del Pd o l'esito del voto a Milano" e nelle altre grandi città lombarde, dove il centrosinistra è nettamente davanti a Fontana e al centrodestra. "Abbiamo smesso di essere sviluppo e lavoro, ma solo declinazione di diritti che spesso non riusciamo a tramutare in leggi", scrive Maran. E poi: "Ci chiamiamo Partito democratico, ma poi nominiamo liste bloccate alle elezioni e cancelliamo primarie, pensando che i cittadini non se ne accorgano". Qualche mese fa, l'assessore aveva chiesto esplicitamente le primarie per scegliere il candidato governatore della Lombardia e si era candidato in prima persona, ma poi il Pd aveva deciso di puntare direttamente su Pierfrancesco Majorino, con l'obiettivo di stringere l'alleanza con il Movimento 5 Stelle. "Magari - commenta Maran - fare le primarie non avrebbe cambiato il risultato, ma sicuramente avrebbe influenzato l’ineluttabilità di questa campagna elettorale, nonostante lo straordinario impegno di Majorino". E il ritardo nella scelta del candidato poteva essere evitato, perché la data delle elezioni era nota, ma - continua - "abbiamo rinunciato a pianificare le elezioni", e definisce "cosa pazzesca" il fatto che Enrico Letta, segretario nazionale dimissionario, abbia "rivendicato positivamente i risultati".

Milano, "rompere accerchiamento"

E poi c'è il capitolo Milano. Dove, avverte Maran, "non dobbiamo sottovalutare i 70mila voti in meno rispetto alle comunali" del 2021. "Un congresso - afferma su Facebook - serve anche a questo, a definire visione, obiettivi e modo per raggiungerli". Anche il fatto che a Milano comunque il Pd sia saldamente il primo partito non è una soddisfazione: "Dobbiamo rompere l'accerchiamento", commenta l'assessore, "e non difendere il fortino", citando le elezioni di primavera a Cinisello e Cologno. La città capoluogo è tutto tranne che fatta da "privilegiati della Ztl", perché "esistono persone che fanno fatica tra costo della vita crescente, salari che non crescono e servizi pubblici che stiamo tentando in ogni modo di difendere" con un magro bilancio comunale. "Non farli sentire soli - commenta l'assessore - è la vera sfida della sinistra urbana in questo momento".

A Milano, per Maran, occorre "recuperare il rapporto" con gli "alleati storici", tra Terzo Polo ("ma le aperture devono essere bidirezionali, perché la candidatura della Moratti è stata un'evidente forzatura") e le realtà associative che "ci hanno accompagnato nelle vittorie a Milano e che ultimamente vedono distante tutta la politica". Divisioni per Maran "ricomponibili" ma appunto da ricomporre, altrimenti vincerebbe "la destra".

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