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Le proposte di Acampora (PizzAut) ai candidati: sostegno a scuola, lavoro, terapie

La lettera aperta del fondatore di PizzAut a Fontana, Moratti e Majorino

Nico Acampora, fondatore della pizzeria PizzAut di Cassina de' Pecchi, ha scritto una lettera aperta ai (per ora tre) candidati alla presidenza di Regione Lombardia, ovvero Attilio Fontana (centrodestra), Letizia Moratti (Azione e Italia Viva) e Pierfrancesco Majorino (centrosinistra), per invitarli ad una riflessione sui problemi legati all'autismo, di cui lo stesso Acampora si occupa pressoché a tempo pieno, dando lavoro a ragazzi autistici nella sua pizzeria, ma anche in generale della disabilità, se si considera che l'autismo coinvolgerebbe in Lombardia 100mila nuclei familiari, mentre la disabilità riguarderebbe il 5% della popolazione regionale.

Acampora, che ha postato una sua fotografia con ciascuno dei tre canidati, si è anche messo a disposizione di tutt'e tre per offrire loro la sua competenza ed esperienza, fin da subito. Secondo l'imprenditore e attivista, nonché padre a sua volta di un ragazzo autistico, tre sono i pilastri di cui la politica si deve concretamente occupare: la scuola, le terapie e il lavoro. Per quanto riguarda la scuola, Acampora, nella sua lettera, ha riconosciuto che la Lombardia sta facendo un buon lavoro nelle scuole superiori per gli studenti disabili, mentre mancano ancora risultati concreti per gli alunni di classi inferiori, dove non raramente il sostegno scolastico è insufficiente in termini di ore. Per cui si potrebbe (è la proposta dell'imprenditore) creare un contributo da erogare ai Comuni per l'assistenza educativa scolastica, dall'asilo in poi.

Sul fronte delle terapie, Acampora sostiene che la presa in carico dell'autismo arriva troppo tardi rispetto alla diagnosi, e spesso si limita alla logopedia e alla psicomotricità, il che pare troppo poco. E propone che le terapie sull'analisi applicata del comportamento (in gergo Aba) diventino in carico al servizio sanitario regionale, per non essere più un "peso economico" per tante famiglie come avviene attualmente.

Il lavoro, infine: e su questo è facile immaginare che cosa ne pensa Acampora, che ha dato lavoro a tanti ragazzi in questa condizione. Scrive, l'attivista, che "non c'è niente di più terapeutico e dignitoso" del lavoro, ma sono necessarie politiche attive che vadano ad aiutare chi il lavoro può offrirlo. Un'azione che potrebbe anche aumentare il pil regionale rendendo superflua, per i disabili che sono messi nelle condizioni di lavorare, l'assistenza regionale.

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