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La polemica

Fontana promette psicologi nelle case di comunità. "Ma ha affossato gli psicologi di base"

È polemica sulla figura dello psicologo di cure primarie, in vista delle elezioni regionali

Psicologi nelle case di comunità, le nuove strutture lombarde che saranno "la via di mezzo" tra i medici di medicina generale e gli ospedali, ma anche nelle scuole. Lo ha promesso Attilio Fontana, governatore uscente della Lombardia e ricandidato per il centrodestra, parlando del suo programma elettorale. "Introdurremo - ha detto Fontana - la rete degli psicologi nelle case di comunità e vorremmo inserirla anche nelle scuole secondarie di secondo grado per avvicinare le persone che iniziano a mostrare segni di disagio".

Le parole di Fontana sono state salutate con soddisfazione da Laura Parolin, presidente dell'ordine degli psicologi della Lombardia. Parolin ha ricordato il lavoro "in collaborazione con la Regione" negli ultimi anni per rendere concreti i livelli essenziali di assistenza psicologica. Ora la nostra comunità è pronta a fare la sua parte".

Ma a pungolare Fontana ci pensa Silvia Soldatesca, psicologa di professione e candidata al consiglio regionale per la lista Verdi-Sinistra, in sostegno a Pierfrancesco Majorino. "Nei cinque anni di governo regionale (di Fontana, n.d.r.), non è stato fatto nulla per la realizzazione dello 'psicologo di cure primarie' (cosiddetto psicologo di base, n.d.r.), previsto dal disegno di legge presentato nel 2020 e mai attuato da Regione Lombardia", replica Soldatesca: "Perché si è deciso di far decadere quel progetto? Le parole di Fontana sono pura propaganda elettorale. Prima di ipotizzare l'introduzione di psicologi nelle case di comunità, Fontana dovrebbe spiegarci perché ne ha inaugurate molte senza che ci fosse ancora personale sanitario. La salute fisica e mentale dei lombardi è una cosa seria, non è solo un pretesto per attirare voti".

Nel mese di dicembre del 2022, la commissione regionale bilancio ha bocciato l'istituzione dello psicologo di base con la motivazione che spetterebbe allo stato, e non alla Regione, farsene carico. In precedenza la commissione sanità aveva invece dato il via libera. E la stessa Parolin, sempre in quanto presidente dell'ordine degli psicologi, s'era espressa molto negativamente: "È uno schiaffo agli adulti e ai ragazzi lombardi", aveva dichiarato.

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