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La questione della gara

La battaglia politica su Trenord

Tra chi vorrebbe la gara europea e chi la esclude a priori (con differenze anche dentro gli schieramenti), la questione del trasporto ferroviario è uno dei temi caldi della campagna elettorale delle regionali

Il servizio ferroviario lombardo è diventato tema di campagna elettorale, in vista delle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio. Molto più di quanto avvenne nel 2018, alle precedenti elezioni, quando di Trenord e treni quasi non si parlò. Questa volta non è più un tabù parlare di gara pubblica per affidare un servizio, oggi in mano (senza gara) ad una società, Trenord, che è al 50% di Trenitalia e al 50% del gruppo Ferrovie Nord. Nel mese di giugno del 2018, secondo i dati ricordati ora da Pietro Bussolati (consigliere uscente del Pd in Regione), la puntualità dichiarata di Trenord era dell'84%, oggi è del 77%. Allora erano soppressi 33 treni al giorno, oggi 54. "Fontana, appena eletto, chiedeva di avere pazienza. I pendolari lombardi ne hanno avuta fin troppa. Il servizio è peggiorato nonostante Trenord trasporti 200mila passeggeri in meno al giorno e abbia ridotto le corse del 5%", commenta Bussolati.

L'audio tra i leghisti: "Nuovi treni sulle tratte frequentate, non su quelle sfigate"

"Trenord - rilancia Pierfrancesco Majorino, candidato presidente alla Regione per il centrosinistra - non è all'altezza, i suoi dati di puntualità e soppressioni non sono accettabili. C'è un problema di infrastrutture: la rete è congestionata e ci sono centinaia di chilometri a binario unico, è un problema che affronteremo di petto, ma questo non basta a spiegare dati di affidabilità che, nonostante tanti treni nuovi, nonostante l'impegno di 4mila lavoratori di Trenord, rimangono inaccettabili".

Majorino, finora, si è sempre limitato a parlare di "cambiare visione". Interrogato sulla possibilità di una gara pubblica, ha detto che "ci si può arrivare", ma prima bisogna "rafforzare l'azienda". Nella sua coalizione c'è chi, la gara, la esclude totalmente. Basti leggere ciò che ha dichiarato uno dei candidati di punta dei 5 Stelle, Nicola Di Marco: "Aprire a gara il servizio di trasporto pubblico ferroviario lombardo, senza un vero cambiamento in Regione Lombardia, equivale ad aprire ai privati e chiudere la porta in faccia ai dipendenti di Trenord", ha detto qualche giorno fa con l'idea di attaccare Letizia Moratti, candidata del terzo polo, che invece sta spingendo molto sulla gara pubblica europea. Che, peraltro, sarebbe prevista dalle norme comunitarie, anche se può essere evitata affidando il servizio a una società controllata 'in house'. Come Trenord, appunto.

Trenord: affidamento "in sordina" fino al 2030

Il centrodestra, dal canto suo, difende a spada tratta il modello attualmente in essere. Si prenda Andrea Monti, potente consigliere uscente brianzolo della Lega. Ha parlato di "errore grossolano" per la gara pbblica, ma è andato anche oltre: sarebbe una "figuraccia penosa" quella che "qualche stratega" sta facendo fare a Moratti. Secondo il consigliere brianzolo, "mettere a gara il servizio ferroviario regionale è una vera presa per i fondelli". Perché? Perché, secondo Monti, la stessa cosa ha tentato di farla l'Emilia Romagna in passato ed è "andata male", perché il servizio "è stato affidato a un costo più alto del contratto precedente", ad una nuova società costituita da Regione e Trenitalia, "ovvero una società identica a Trenord".

La Lombardia, però, potrebbe essere 'appetibile' per tante aziende di trasporto europee. Un po' come la metropolitana di Copenhagen, da anni in parte gestita da Atm che ha, appunto, vinto una gara apposita. Come le nostre aziende vincono gare all'estero, che cosa ci sarebbe di male se una società francese o spagnola vincesse una gara in Italia? Per la giunta uscente sarebbe terribile. Claudia Maria Terzi, assessora ai trasporti, ha dichiarato "l'obiettivo, tra gli altri, di evitare di consegnare il servizio ferroviario regionale in mano a compagnie straniere". 

Tornando a sinistra, c'è chi di gare vuole sentire parlare eccome. E' Dario Balotta, in passato leader di Legambiente in Lombardia e ora candidato nella lista Alleanza Verdi Sinistra: "Occorre fare gare vere", ha dichiarato, "è una necessità sociale. Non significa affatto privatizzare, ma solo controllare che non vi siano imprese in grado di offrire, per un periodo limitato di tempo, gli stessi servizi con tariffe minori, o più servizi con le stesse tariffe, o chiedere meno sussidi. In Germania le gare per le ferrovie locali e i trasporti urbani hanno dato ottimi risultati da anni, alcune sono state vinte da chi c'era prima, altre da nuovi operatori, ma sempre con una diminuzione dei costi e benefici per gli utenti, cioè con benefici per la collettività".

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