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Agenzia del Farmaco, Sala agli eurodeputati: "Estrazione a sorte è stata abuso di potere"

Verrà inviata alla Commissione europea una richiesta di chiarimenti sui criteri di assegnazione dell'agenzia ad Amsterdam

I parlamentari europei inveranno una richiesta scritta alla Commissione e al Consiglio per chiedere chiarimenti sulle procedure che hanno portato alla scelta di Amsterdam come prossima sede dell'Agenzia del farmaco, che lascerà Londra a causa della Brexit. E' l'esito della seduta della Commissione petizioni del Parlamento europeo, che si sta occupando della petizione inviata dal Comune di Milano, città uscita sconfitta con il sorteggio. Mercoledì 16 maggio è stato sentito anche il sindaco Giuseppe Sala. La Commissione petizioni ha fra l'altro definito "deplorevole" il metodo utilizzato a causa della sua scarsa trasparenza.

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Sul tavolo non soltanto la procedura del sorteggio (dopo il pari merito tra Amsterdam e Milano), ma anche la realizzazione della sede dell'agenzia, i costi e i ritardi. Amsterdam infatti ha presentato, come offerta, una sede provvisoria in attesa della costruzione di quella definitiva. Ma, secondo molti, nessuna delle due sarebbe adeguata ad ospitare l'Ema e soprattutto entrambe costerebbero più di quanto preventivato. Al contrario, Milano aveva offerto il Pirellone: prestigioso, ottimamente collegato e già pronto.

L'audizione di Sala

Durante l'audizione, il sindaco ha ripercorso tutte le tappe della vicenda dell'Ema (Agenzia del farmaco). A partire dalla mancanza del verbale sul voto e sull'estrazione per finire con i noti ritardi della città vincitrice, costretta a presentare una sede provvisoria in attesa della costruzione di quella definitiva. E il sindaco ha esplicitamente parlato dell'inadeguatezza (rispetto alle richieste) della sede olandese, nonché della discrepanza sui costi.

Se poi Amsterdam non riuscisse a rispettare la scadenza del 2019, Sala ha chiesto ai parlamentari europei di considerare Milano come opzione alternativa, non mancando di definire "abuso di potere" il sorteggio, nel senso che non risponde a un criterio trasparente sulla base di elementi oggettivi di valutazione. 

La notizia che la Commissione petizioni invierà una richiesta di chiarimenti alla Commissione e al Consiglio è stata accolta con favore dai parlamentari europei del Movimento 5 Stelle, che parlano di "prime crepe sulla scelta di Amsterdam" e definiscono la richiesta di chiarimenti un "primo e importante passo politico per fare chiarezza e mettere Amsterdam alle strette", come spiegano gli esponenti pentastellati Eleonora Evi, Piernicola Pedicini e Marco Valli. 

La compensazione

E' comunque improbabile che sull'Agenzia del farmaco vi sia un ripensamento. Resta quindi sul tavolo la richiesta di una "compensazione" da parte dell'Italia e di Milano: e questa compensazione non potrà che avere la forma della sede di un'altra autorità europea, pur non così importante come l'Ema. 

Da più parti si parla del tribunale europeo dei brevetti, considerando che Milano da sola "vale" quasi un brevetto italiano su cinque. Un'altra opzione che ha preso ultimamente vigore, proposta anche dai 5 Stelle, è la neonata Agenzia del lavoro, per la quale le procedure (con le stesse regole dell'Agenzia del farmaco) sono appena partite. 

Parlamentari italiani

Gli europarlamentari italiani sembrano compatti nella difesa delle prerogative di Milano a fronte di quello che viene universalmente visto come uno "scippo" con basi non solide. "Sono preoccupata come cittadina e come deputata", ha spiegato Patrizia Toia, capodelegazione del Pd (gruppo Pse) al Parlamento europeo: "Se scoppia un'emergenza sanitaria ed Ema non è pronta chi ne risponde? Bisogna tenere sotto stretto controllo il rispetto dei tempi della costruzione della nuova sede dell'agenzia ad Amsterdam e serve un piano di riserva fattibile".

Per Elisabetta Gardini di Forza Italia (gruppo Ppe), "la battaglia su Ema eviterà che in futuro le decisioni su un’agenzia europea vengano prese al di fuori delle istituzioni europee; cosa che non è per nulla scontata dal momento che la Commissione europea, nella proposta per l’Agenzia del lavoro, continua a insistere sulla procedura di decisione tra gli Stati, continuando a escludere il Parlamento".

E secondo Andrea Cozzolino, europarlamentare del Pd e membro della Commissione petizioni, "il problema è all'origine: non si può chiedere alle città una relazione progettuale completa e poi ammettere un dossier carente come quello di Amsterdam, che non aveva neanche la struttura stessa che dovrà ospitare gli uffici dell'Ema".

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