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Europa

Caso Watson Health: l’eurodeputata M5S Eleonora Evi interroga la Commissione europea su eventuali violazioni

La richiesta dell'eurodeputata

L’eurodeputata M5S Eleonora Evi ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea sull’insediamento nell’area milanese ex Expo 2015 di Watson Health, un sistema di “cognitive computing” per la raccolta di dati sanitari globali creato nel 2015 da IBM. In cambio, nell’intesa sottoscritta il 31 marzo 2016, il Governo italiano si sarebbe impegnato a concedere 60 milioni di euro e a fornire a una società del gruppo IBM (Softlayer Technologies Italia srl) i dati sanitari in possesso delle autorità pubbliche di 61 milioni di cittadini italiani, a partire da quelli dei lombardi, senza la previa autorizzazione degli stessi.

Per questo motivo, l’europarlamentare M5S ha chiesto delucidazioni in merito a eventuali violazioni da parte del Governo italiano per quanto riguarda gli aiuti di stato e la protezione dei dati personali. Dichiara Eleonora Evi: “La gestione del post Expo è stata un disastro da parte dell’amministrazione milanese e del Governo italiano sin dall’inizio, dal momento che nessuno ha mai lavorato su un piano progettuale per la fase successiva all’Esposizione Universale. Non solo, si tratta di un’area caratterizzata da diverse problematiche legate a bonifiche, terreni contaminati, aziende ad alto rischio di incidente rilevante e mancanza di trasparenza. Nel caso Watson Health, però, vi è anche il grave problema della privacy: la salute, ancora più di qualsiasi altro aspetto, non può e non deve essere merce di scambio con le multinazionali. Su questo punto, il M5S si è sempre battutto e continuerà a farlo, anche in ambito europeo, incalzando ogni volta che sarà possibile la Commissaria Verstager”.

Aggiunge la parlamentare M5S Paola Carinelli, firmataria a luglio di un’interrogazione al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute italiani sullo stesso tema: "Il governatore Maroni, qualche mese fa, rispondendo a una specifica domanda sul trasferimento dei dati sanitari dalla Regione a Ibm non ha smentito tale possibilità. Anzi, ha affermato che saranno dati in forma anonima, confermando quindi l’esistenza di un accordo per il passaggio dei dati. Peccato che, grazie all’intelligenza artificiale, quei dati possano essere resi nominativi, aggravando ulteriormente una situazione già critica. Anche se anonimi, infatti, i dati sanitari sono un bene preziosissimo e dovrebbero essere mantenuti pubblici o, ceduti solo previa autorizzazione".

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