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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Family Day, la Lombardia vuole inviare il gonfalone della regione

Dall'assessorato alla cultura: «La natura è più forte di chi vuole stravolgerla». Un anno fa il convegno "omofobo" con gli insulti al ragazzo gay («culattone») e la polemica per l'uso del logo di Expo

La regione Lombardia potrebbe inviare il proprio gonfalone al "Family Day" previsto per il 30 gennaio 2016 a Roma. La decisione non è stata ancora presa, ma c'è il precedente del 2007. La giunta al governo della Lombardia prosegue quindi sulla linea "dura" contro ogni ipotesi di apertura all'adozione da parte di coppie gay, che è il punto più criticato della riforma Cirinnà. Così Cristina Cappellini, assessore regionale alla cultura: «La natura è più forte di chi tenta di stravolgerla. Per un anno abbiamo ribadito che la famiglia è quella formata da mamma, papà e figli».

La memoria corre immediatamente al convegno organizzato a Palazzo Lombardia proprio un anno fa, a gennaio 2015. All'incontro partecipò anche il governatore Roberto Maroni. Il convegno fu preceduto da critiche asperrime: alcune sigle organizzatrici vennero accusate di propagandare l'idea che l'omosessualità "si possa e si debba" curare, e per questo - da più parti - il convegno stesso venne definito "omofobo". In più, fu contestato l'uso del logo di Expo 2015, che nessuno ha mai capito fino in fondo cosa c'entrasse.

Il convegno fu piuttosto partecipato ma con due "autogol". Anzitutto la presenza in platea di don Mauro Inzoli, sacerdote prima "spretato" e poi riammesso (su suo ricorso) ma con la prescrizione di una vita di «preghiera e umile riservatezza», nonché di varie restrizioni tra cui il fatto di non poter celebrare messa pubblicamente. Inzoli è accusato di abusi sessuali su minori.

Il secondo autogol, la reazione di alcuni ospiti del convegno quando, sul palco, è salito un ragazzo che ha posto una domanda "scomoda" ai relatori. Il giovane è stato parecchio contestato e invitato ad andarsene: il deputato di Fratelli d'Italia Ignazio La Russa gli avrebbe anche urlato «culattone», secondo alcuni.

A un anno di distanza, la Cappellini rievoca la polemica sull'uso del logo di Expo per quel convegno. Nel frattempo Giuseppe Sala, commissario della manifestazione espositiva, è in corsa per le primarie di centrosinistra da cui uscirà il nome del candidato a sindaco di Milano. «I cittadini, cattolici e non, si ricordino che Sala voleva boicottare il convegno e ci chiese di togliere il logo (di Expo, n.d.r.) dalla locandina».

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