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Lara Magoni, assessore regionale al turismo, difende il fascismo su Facebook

Le polemiche per un post dell'esponente di Fdi

Ex campionessa di sci, assessore regionale al turismo, candidata il 4 marzo per Fratelli d'Italia alle elezioni regionali e poitiche ("Tuttinpista", il suo slogan), già consigliera regionale ma per la lista Maroni Presidente nella scorsa consiliatura. Lara Magoni, non più ormai una politica in erba, ha stupito tutti con un post apparso ai più "nostalgico" del fascismo, pubblicato il 1 maggio (e rimosso il 3).

Il post raffigura un'immagine datata 1 maggio 1937: è il testo di un telegramma con cui Benito Mussolini ordinava al prefetto di Torino di prescrivere al «senatore Agnelli» la realizzazione di un refettorio per gli operai all'interno dei nuovi stabilimenti della Fiat. E lo faceva con parole piuttosto dure. «Gli dica che l'operaio che mangia in fretta e furia vicino alle macchine, non è di questo tempo fascista», la prescrizione del capo del fascismo. E ancora: «Aggiunga che l'uomo non è una macchina adibita a un'altra macchina».

Non è tutto: nel documento riprodotto nel post su Facebook sono elencate anche le "leggi sociali del fascismo", in cui però sono incluse anche norme che erano già in vigore ben prima dell'avvento della dittatura, come quelle sulla maternità o sull'assistenza ai poveri. L'assessore lombarda al turismo però crede ciecamente all'elenco e commenta: «Le leggi che tutelano i lavoratori nascono proprio tutte (in maiuscolo, n.d.r.) dal fascismo». E' per questo che, secondo Magoni, «rinnegare ciò che di buono è stato fatto è un grande errore».

E pazienza se, soltanto per citare una cosa tra le tante, i lavoratori venivano indotti a tesserarsi al partito fascista (l'unico ammesso in Italia). 

Secondo Magoni, del resto, «tutti condanniamo l'eccidio del quale sono stati tutti coinvolti e per il quale c'è da vergognarsi ma ora basta combattere i fantasmi... dopo settant'anni... visto e considerato che questi benefit piacciono a tutti...».

Successivamente Magoni ha dichiarato di non «esprimere nessun vanto a nulla: semplicemente seguo la storia». Mentre Pietro Bussolati, segretario metropolitano del Pd, parla di «scempiaggini antistoriche e intollerabili». 

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