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I Verdi tornano a Palazzo Marino con Fedrighini, che chiede subito un consiglio "ad hoc" sull'ambiente

Il neo consigliere su via Bassini: «Mai più forze dell'ordine schierate come in Turchia»

Non c'era forse momento più delicato per il rientro dei Verdi in consiglio comunale, a Milano, proprio mentre tra il movimento ecologista e il sindaco Beppe Sala è scoppiato uno scontro senza precedenti nato dalla vicenda del Parco Bassini, con richieste reciproche di scuse e polemiche sulle percentuali dei Verdi alle elezioni.

Ma Enrico Fedrighini, che dopo nove anni è tornato a Palazzo Marino come primo dei non eletti della lista "Sinistra x Milano" dopo la nomina di Paolo Limonta ad assessore all'edilizia scolastica, è un politico esperto e ha saputo liberarsi della palla infuocata in pochi secondi, specificando di non voler accennare alle polemiche e ribadendo un sostegno «ancora più convinto di prima» sia al sindaco sia alla maggioranza e aggiungendo di avere rimesso il mandato di co-portavoce dei Verdi a Milano.

«In precedenza ho avuto a che fare con governi cittadini davvero dominati da costruttori, dove venivano continuamente espulsi abitanti dalla città. Oggi, mentre si riduce il consumo di suolo, si recuperano abitanti. E' una dinamica diversa, certamente da migliorare, ma il segnale va colto», ha continuato Fedrighini ricordando anche che le periferie «non sono dimenticate», portando ad esempio il lavoro fatto in Municipio 8 (dove lui è stato assessore al verde dal 2016 ad ora): «Un forsennato lavoro per rifare l'edilizia scolastica contaminata da amianto, che aveva un fine di ciclo vita venticinque anni fa senza che si sia fatto nulla in tutti questi anni, ed ora si sta recuperando il terreno perso».

«Mai più polizia e carabinieri come in Turchia»

Tuttavia l'esponente dei Verdi ha voluto anche parlare del Parco Bassini, senza nascondere le "dolenti note". «Non voglio più vedere scene come in Turchia, con polizia e carabinieri che si occupano dei progetti di trasformazione urbana», ha affermato senza peli sulla lingua. E poi: «E' stata usata una procedura semplificata che può essere un precedente pericoloso, visto che stiamo per affrontare grandi trasformazioni urbane come quelle degli scali ferroviari. Ed invece un elemento fondamentale del "modello Milano" è il coinvolgimento dei cittadini e del decentramento amministrativo», ha commentato il neo consigliere: «La conferenza Stato Regioni utilizzata dal Politecnico ha fatto sì che al Comune sia stato solo chiesto se il progetto finale su via Bassini era conforme al Pgt, senza entrare nel merito. La commissione regionale per il paesaggio, che ha espresso un parere in tre righe, non dovrebbe occuparsi di aree urbane che tanto più sono piccole, tanto più vanno preservate».

Le soluzioni? Da una parte, «evitare che la procedura semplificata diventi un precedente utilizzabile più volte». Dall'altra, una seduta di consiglio comunale ad hoc, sulle deleghe riguardanti l'ambiente (che oggi sono nelle mani del sindaco Sala), «per definire priorità, obiettivi e scadenze». Perché, ha concluso Fedrighini, «l'ambiente è un tema strategico per riorganizzare Milano».

Chi è Fedrighini

Classe 1959, laureato in scienze politiche, Fedrighini lavora al Politecnico e ha studiato a lungo la mobilità sostenibile, il road pricing e i costi-benefici di importanti opere infrastrutturali. Negli anni '90 ha fondato l'osservatorio metropolitano sul traffico di rifiuti. Nel 2005 ha scritto un libro-inchiesta sulla tragedia del traghetto Moby Prince (1991) che ha fatto riaprire le indagini sul caso.

Nel 1995 è stato eletto consigliere provinciale per Rifondazione Comunista, carica tenuta fino al 1999. Nel 2006 è stato eletto consigliere comunale per i Verdi a Milano e, nel 2011, è stato eletto consigliere di Zona 8. Nel 2010 è stato tra i fondatori del comitato Milano SiMuove (insieme a Marco Cappato e Edoardo Croci), promuovendo i referendum ambientali cittadini. Nel 2016 è stato riconfermato al Municipio 8 dove è diventato assessore all'ambiente nella giunta municipale guidata da Simone Zambelli.

Tra le battaglie ecologiste dai banchi della Zona (poi Municipio) 8, memorabili quella del 2013 per salvare gli olmi di via Mac Mahon dall'abbattimento voluto da Atm e, nel 2019, quella per contrastare il vincolo monumentale sull'intero quartiere QT8 deciso dall'allora ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli, che avrebbe procurato incombenze burocratiche impensabili a molti residenti per lavori anche banali di ristrutturazione.

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