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"Nel mio programma eliminare ciclabili e monopattini a Milano", ha detto Vittorio Feltri

Queste le parole del direttore editoriale di 'Libero' dopo aver accettato la proposta di Giorgia Meloni di candidarsi capolista a Palazzo Marino

"Io avrei soltanto un paio di obiettivi molto forti: quello di eliminare le piste ciclabili che hanno paralizzato la città, di combattere i monopattini e cercare di restituire a Milano un'immagine anche esteriore che sia migliore di quella che è stata disegnata nell’ultimo anno e mezzo con il covid". Queste le parole del 78enne direttore editoriale di 'Libero', Vittorio Feltri durante la presentazione del libro 'Io sono Giorgia' della leader di Fdi, Giorgia Meloni, della quale ha raccolto l'invito a candidarsi capolista del suo partito, nonostante la sua storica vicinanza alla Lega, a Palazzo Marino.

"Milano in fondo è rimasta la prima città italiana, cerchiamo di ribadirlo - ha proseguito il giornalista -. Milano è una città che funziona, si tratta di farla funzionare meglio. Mi auguro di poter dare il mio contributo se non riuscirò pazienza". Secondo Feltri, dunque, a contare - oltre all'estetica e all'abbattimento dei baluardi dell'ecologismo, perché tanto "l'inquinamento fa bene alla salute" (come aveva dichiarato in passato) - Milano "deve essere accogliente", perchè "lo è sempre stata e continuerà ad esserlo ancora di più. Naturalmente, offrendo a chi viene a Milano delle opportunità più allettanti".

Sul suo possibile debutto a Palazzo Marino, poi, il direttore editoriale di 'Libero' ha detto: "Quando sarò lì, cercherò di capire come funziona la baracca, perché non sono pratico. Io non capisco niente, ma di solito sono uno che intuisce quasi tutto". Quando alle prossime elezioni comunali Feltri, che guiderà la lista di Fratelli di'Italia, ha specificato: "Non mi candido a sindaco perché non ho nessuna voglia di farlo, perché mi romperei i c** i a fare quel mestiere lì che non so fare".

"Ho detto subito di no alla candidatura a sindaco, ma il consigliere comunale lo posso fare - ha proseguito Feltri - non la trovo una cosa così devastante per la mia vita. Aggiungo un’occupazione ad un’occupazione che ho già. Continuerò a fare il direttore editoriale di Libero, perché il consigliere non è che sta lì tutto il giorno. Non è un lavoro, è una collaborazione".

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