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Festa del Pd, si farà ai giardini pubblici. Polemiche a destra e sinistra

Da De Corato ai Verdi (e a tutta la maggioranza in zona 1), molti contrari alla festa dell'Unità ai giardini pubblici. Ma intanto è arrivato il "sì" del comune di Milano

Il Partito democratico potrà fare la festa nazionale dell'Unità per due settimane ai giardini pubblici di via Palestro, a cavallo tra agosto e settembre. Il "comitato interassessorile" lo ha stabilito venerdì pomeriggio. Per la cronaca, il comitato è formato da cinque assessori (di cui due targati Pd: Carmela Rozza e Marco Granelli, a cui si aggiungono Chiara Bisconti, Franco D'Alfonso e Cristina Tajani) e Anna Maria Terafina della sovrintendenza.

Gli uffici tecnici avevano già valutato la documentazione portata dal Pd: è stato considerato - si legge in una nota del comune di Milano - il "rispetto integrale delle prescrizioni indicate dai tecnici", così come la "ricollocazione di alcune strutture d'accoglienza e servizi al fine di utilizzare solo le aree calpestabili" e anche la riduzione del 15% della superficie inizialmente richiesta.

Ora verrà calcolato il canone di occupazione del suolo e verrà chiesta una fidejussione di 50 mila euro al partito a garanzia dei ripristini per eventuali danni. "Sarà una grande festa all'altezza di una grande città", ha commentato Pietro Bussolati, segretario metropolitano del Pd, aggiungendo: "Siamo i primi interessati a tutelare il verde".

Già, il verde. Non è un mistero che la scelta dei giardini pubblici, un parco in pieno centro con vincoli ambientali ed edifici storici di gran pregio, avesse fatto sorgere molte polemiche. Riccardo De Corato (Fratelli d'Italia) aveva invitato il Pd a tornare al Monte Stella, cioè in una zona verde di periferia, per non fare danni, e ha ricordato che quando aveva la delega assessorile al verde e arredo urbano aveva stanziato tre miliardi di lire per ristrutturare il parco. 

Secondo De Corato, anche la fidejussione è "ridicola". Per l'ex vicesindaco, 50 mila euro sono niente in confronto ai danni che potrebbero essere arrecati al Planetario, al Museo di scienze naturali e a Palazzo Dugnani. 

Ma l'opposizione alla festa era arrivata anche dal consiglio di zona 1, a maggioranza di centrosinistra, attraverso una mozione urgente presentata da Elena Grandi (Verdi) e sottoscritta da tutti i gruppi di maggioranza, Pd compreso. Vi si chiedeva appunto di non approvare la festa ai giardini pubblici, vista la monumentalità del parco e visto che in passato si sono detti alcuni "no" a ipotesi molto meno impattanti, come la reinstallazione della Casa delle Farfalle. Secondo Mariolina De Luca ed Enrico Fedrighini (dei Verdi di Milano), "questa vicenda conferma una carenza di fondo del Pgt: la mancanza di visione sulle principali funzioni urbane di interesse pubblico".

I Verdi chiedono che sia individuata al più presto almeno un'area (o più d'una) in cui collocare concerti e feste "senza impatto sul verde pubblico e sui residenti".

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