La polemica politica entra anche nelle feste di partito. Sarà che è luglio, sarà che non ci sono molti argomenti, sarà che Palazzo Marino è in fase di transizione (con un nuovo assessore all'urbanistica) proprio mentre si comincia a ragionare di temi "caldi" (lo stadio, gli scali ferroviari, il dopo Expo), sarà che di carne al fuoco ce n'è poca. Fatto sta che la festa nazionale del Partito democratico, che si terrà a Milano in autunno o a settembre, fa litigare i partiti.

Prima l'ipotesi che si svolgesse a Porta Nuova, in mezzo ai grattacieli. E giù polemiche: come se - scegliendo il quartiere appena costruito - il Pd in qualche modo se ne appropriasse, nonostante la contrarietà del centrosinistra a quei grattacieli all'epoca della progettazione. Per provare a placare gli animi, il segretario metropolitano Pietro Bussolati ha spiegato che si tratta solo di una opzione. "Un'altra sono i giardini di Porta Venezia", ha aggiunto.

Non l'avesse mai detto. Immediatamente Riccardo De Corato (Fdi) si è scagliato anche contro questa possibilità: "Come si permette il Pd di trattare così la città e i cittadini facendo la festa nazionale nei giardini nel cuore del centro storico? Non sono i padroni di Milano", ha affermato l'ex vicesindaco di centrodestra. "Tornino a fare la festa dell'Unità alla Montagnetta", ha concluso ricordando che "c'è un regolamento del verde".

Come se il regolamento del verde non valesse per la Montagnetta (il Monte Stella a QT8) e come se i parchi di periferia fossero meno "nobili" e più "rovinabili" di quelli del centro.