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Primo bagno di folla per Pisapia: "Ora mantieni le promesse"

Primo bagno di folla per il neo primo cittadino. Per la Festa della Repubblica Palazzo Marino si apre ai visitatori e Pisapia li accoglie come perfetto ospite. Le immagini di una giornata poco ordinaria

Piazza della Scala, 2 Giugno 2011. C'è tutta l'aria di qualcosa di nuovo, c'è un bagno di folla, c'è una festa. Della Repubblica forse, della musica anche, di Milano certamente. Signori, ragazze, anziani, mamme, ma soprattutto bambini, tra strette di mano, bandiere svolazzanti, sorrisi e tanti flash, tutti fatti con i telefonini per immortalare il nuovo sindaco che fa gli onori di casa.

Insomma, è festa a Palazzo Marino, storica sede comunale milanese, oggi svuotata da incombenze amministrative e aperta al pubblico. Così è un serpentone di almeno 30.000 persone quello che si aggira con il naso per aria tra le stanze del sindaco, quelle consiliari e quelle affrescate, adibite alle riunioni degli amministratori della città. Qualcuno lascia anche dei bigliettini a Pisapia: "Caro sindaco ti vorrei chiedere di fare scuole felici e una Milano migliore", "Caro Pisapia ti abbiamo votato, ora mantieni le promesse".

Qualcuno invece preferisce farsi largo tra la folla e parlargli direttamente, come un vecchietto che oltrepassa tutti i bambini attaccati alle gambe di Pisapia, gli stringe le mano e gli dice "sei la speranza di tutti i noi". "Ma cosa ti piace del sindaco?" chiediamo ad Andrea di 9 anni. "Ha la faccia simpatica" risponde, "secondo me è buono e sarà bravo, non come quella di prima".

2 Giugno Palazzo Marino aperto - Foto di F. Sciacca

Ci si ferma solo alle 17.30 quando nel cortile rinascimentale di Palazzo Marino, sulle note di un sentitissimo "Inno d'Italia" si apre il concerto della Civica orchestra di fiati, che, guidata dalla bachetta di Francesco Dorsi, direttore del Conservatorio di Piacenza, dà il via ad un progamma della letteratura musicale dell'Ottocento. Se ne stanno tutti lì, seduti nel cortile ai piedi dell'orchestra, come sotto l'albero di Natale ad ascoltare attenti e commossi le note di Donizzetti, Mascagni e Monteverdi. È poi il Nabucco di Verdi a chiudere il concerto, insieme ad un coro di "Giuliano! Giuliano!". Poi il neosindaco si dilegua tra la folla, e tutti lì dietro a lui a cercare di non perderne la tracce.

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