Nell'approssimarsi delle celebrazioni natalizie, l'Amministrazione comunale di Tribiano ha sempre mantenuto fede all'impegno di presenziare a tutte le feste di fine anno allestite dalle scuole del territorio, compresa la "Bruno Munari". Una ricorrenza consolidata che ai rappresentanti istituzionali (Sindaco e Assessore all'Istruzione) è sempre stata molto gradita, anche come tramite per incentivare la riduzione della distanza tra le parti e meglio favorire il dialogo con i piccoli cittadini tribianesi. In questo 2012, invece, il classico appuntamento prima della chiusura festiva è venuto meno, a causa dello sciopero indetto dal corpo insegnanti dell'istituto dell'infanzia, generatosi dalla ridotta erogazione di fondi statali, necessari per il corretto prosieguo della gestione.

«Mi dissocio totalmente da questa forma di manifestazione - espone rammaricato il primo cittadino Franco Lucente, affiancato dall'assessore all'Istruzione Pamela Delle Cave -. Comprendo pienamente le difficoltà alle quali la scuola dell'infanzia debba far fronte, ma privare i bimbi della festa di fine anno, giornata altresì costruttiva in cui venivano organizzate recite e spettacoli dando sfogo a capacità e competenze artistiche, è un atto inopportuno. Siamo vicini alle famiglie e, assieme a loro, biasimiamo il tipo di comportamento adottato dagli insegnanti della "Bruno Munari"; perché scioperare - in questo caso contro i tagli statali - è un diritto inalienabile, senza però arrecare disagi agli altri. Soprattutto a coloro che appartengono alla stessa comunità, la quale non ha praticato la politica imposta al Governo centrale, riservando importanti contributi economici. Anche per questo anno scolastico abbiamo, infatti, riconfermato parimenti l'investimento per il Piano di Diritto allo Studio. Avrebbero potuto semplicemente scegliere un qualsiasi altro giorno, in fin dei conti è Natale… Mi preme pertanto riservare i miei più sentiti e calorosi auguri ai piccoli alunni, al momento un po' tristi, che non hanno potuto festeggiare come è loro sacrosanto diritto».