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Firme false, chiesta condanna a cinque anni per Guido Podestà

L'accusa è di avere presentato firme false a sostegno del Pdl alle regionali 2010

Il procuratore Alfredo Robledo ha chiesto la condanna per l'ex presidente della provincia di Milano, Guido Podestà, per il processo sulle presunte firme false raccolte in occasione delle elezioni regionali del 2010 per presentare la lista del Popolo della Libertà e il "listino" di Roberto Formigoni. Podestà, che all'epoca dei fatti era coordinatore regionale del Pdl, è imputato per falso ideologico.

I pm hanno chiesto cinque anni e otto mesi di reclusione, mentre l'avvocato della provincia (costituitasi parte civile) ha chiesto un risarcimento di un milione di euro. Al centro della vicenda le 926 firme dichiarate false.

Robledo ha chiesto la condanna anche per quattro ex consiglieri provinciali: Massimo Turci, Marco Martino e Nicolò Mardegan a quattro anni e otto mesi; Barbara Calzavara a quattro anni. I quattro hanno autenticato i moduli con le firme. La Calzavara, in udienza, ha detto di avere "sbagliato in buona fede" e di avere "autenticato quelle firme per eseguire un ordine per spirito di servizio, mi era stato chiesto dal mio partito". Le firme in teoria andrebbero autenticate alla presenza dei sottoscrittori. Rivolta al giudice Monica Amicone, la Calzavara ha aggiunto: "Spero che la pena che mi vorrà infliggere non interferisca troppo con il proseguimento della mia vita".

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