Minetti, Formigoni ai giornalisti: "Siate più sobri"
Il presidente della Lombardia invita la stampa a usare toni più pacati sulla vicenda-Minetti: "Non dite che l'aula s'è fermata, i consiglieri non hanno inseguito la Minetti nel cesso come voi". Ma la vicenda non può non essere raccontata
Martedì mattina, con toni pacati, Formigoni ha rivolto ai giornalisti l'invito a raccontare le cose "con sobrietà". Chiaro il riferimento alla giornata di lunedì, quando Nicole Minetti si è presentata in consiglio regionale per assistere alla seduta su Expo e su altri temi e i giornalisti e i reporter l'hanno "presa d'assalto", peraltro facendo cadere per terra l'ignaro collega della Lega Nord Pedretti.
"Tutti i consiglieri - ha aggiunto Formigoni - sono stati al loro posto e non si sono messi a inseguire la Minetti nel cesso come i reporter": di qui l'invito a non dire che l'istituzione-Lombardia è "bloccata" e che l'aula "si è fermata".
Certo. Tuttavia, come si dice a Milano, "ofelè fa el to mestè", cioè "pasticcere, fai il tuo mestiere". A ciascuno il suo, quindi. Non è francamente colpa dei mass-media se Nicole Minetti gode di una visibilità superiore a quella dei suoi altrettanto laboriosi colleghi d'aula. Non sono stati i mass-media a costruire il "personaggio Minetti", ma le vicende (non solo personali ma anche politiche, come la sua candidatura e la sua elezione) che hanno avuto un'eco presso la popolazione: eco che, probabilmente, nessuno tra i vertici del Pdl aveva previsto.
E che continua a manifestarsi. Anche la vicenda delle sue dimissioni, infatti, sta diventando kafkiana. Da una parte i vertici assoluti del suo partito (Alfano e, in giù, praticamente tutti gli esponenti più importanti) a dire che deve lasciare il posto al Pirellone. Dall'altra lei, che resiste. Il presidente Formigoni ha ragione a chiedere maggiore sobrietà, ma i giornalisti devono fare i giornalisti. E non è proprio possibile non raccontare le puntate quotidiane di questa telenovela.