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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Due marò, consiglio in guerra. Milano Civica e Pd si dividono

Mozione del centrodestra battuta, su quella del centrosinistra Anna Scavuzzo (Lista civica per Pisapia) presenta un emendamento che scatena una bagarre. Alla fine l'accordo: totem fuori da Palazzo Marino

La mozione del Pdl sullo striscione per i marò detenuti in India è stata bocciata con 25 voti a favore e 25 contrari. Determinante l'astensione di Mattia Calise (5 Stelle). Ma prima del voto si è scatenata la bagarre in aula quando il sindaco Pisapia ha lasciato la seduta e Carlo Masseroli, capogruppo del Pdl, ha chiesto di rinviare il voto fino al ritorno del sindaco. Richiesta, però, respinta dal presidente Rizzo ("Non è indispensabile la presenza del sindaco, l'aula può comunque esprimersi").

La bocciatura della mozione è stata accolta molto duramente da Matteo Salvini, capogruppo della Lega: "E' una vergogna per Milano", ha detto. "La giunta Pisapia è ostaggio di una sinistra no global che non vuole nemmeno esprimere solidarietà ai nostri soldati prigionieri in India".

Pisapia, dal suo canto, aveva dichiarato di rimettersi all'aula sia sul testo del Pdl sia su quello presentato dai capigruppo del centrosinistra. "In questi giorni - ha detto il sindaco - ho evitato dichiarazioni che potessero rendere più difficile la soluzione del problema. L'impegno deve però andare in direzione di garantire il processo equo, il diritto di difesa e il giudice naturale precostituito, su cui l'Italia e l'India hanno posizioni diverse". Quindi il sindaco ha ricordato la proposta che ha fatto domenica al console indiano, quella di un giudice terzo al di sopra delle due parti.

Al sindaco ha risposto la consigliera del Pd Marilisa D'Amico, che insegna diritto costituzionale in Statale: "Benissimo le iniziative diplomatiche - ha affermato tra gli applausi - ma la competenza dello stato italiano e il principio del battente bandiera sono incontrovertibili".

La bagarre si è poi riaccesa sulla mozione del centrosinistra: la lista civica per Pisapia ha presentato un emendamento per chiedere che non sia esposta una fotografia fuori da Palazzo Marino ma un "totem" all'interno del comune. "Il manifesto - ha spiegato Anna Scavuzzo - si è sempre usato per persone sequestrate da criminali, e non è il caso del governo indiano". La Scavuzzo era peraltro co-firmataria della mozione.

Si è cercata una mediazione, sia da parte di Salvini ("Evitiamo lo spettacolo squallido che stiamo dando sulla pelle di due persone") sia da parte di Carmela Rozza ("Torniamo al testo originario che prevede le fotografie"). Scelta la strada di non interrompere la seduta, la Lega ha risposto con emendamenti provocatori (chiedendo ad esempio un totem alto e verde) e poi abbandonando l'aula.

E mentre Sinistra e Libertà riteneva la vicenda dell'esposizione delle fotografie una strumentalizzazione, un provvidenziale sub-emendamento di Roberto Biscardini (Pd) all'emendamento della Scavuzzo ha risolto il problema: sì al totem, ma non dentro il cortile bensì in piazza della Scala. Il sub-emendamento è stato approvato dall'aula, dopodiché è stata approvata anche l'intera mozione del centro-sinistra.

Il testo ha ottenuto 34 voti a favore, sia dal centro-sinistra sia dal centro-destra. Due le astensioni: Mattia Calise (5 Stelle) e Marco Osnato (Pdl).

 

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