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Piccoli comuni: Lega e Pdl si spaccano su una fusione

Pdl insieme a Pd e 5 stelle per discutere del referendum di fusione. La Lega e Fratelli d'Italia invece votano contro

Dopo gli attriti sulla riforma del sistema-sanità, Lega e Pdl si dividono di nuovo in Regione. Ma questa volta per una questione che sembra, davvero, piccola. Almeno quanto piccoli sono i due comuni del Mantovano su cui c'è una proposta di fusione, che dovrà passare da un referendum tra gli abitanti. Il referendum dovrebbe essere indetto dal consiglio regionale: ed è proprio per questo che, lunedì, si votava se inserirlo all'ordine del giorno della seduta di martedì (insieme ad altri diciassette casi simili) oppure no.

La Lega non avrebbe voluto, perché pende un ricorso al Tar. Alla posizione del Carroccio si sono uniti Lista Maroni, Fratelli d'Italia e Pensionati. Ma il Pdl ha votato a favore della messa in discussione, insieme con il centrosinistra. Anche il M5s ha votato a favore: così martedì il consiglio regionale discuterà il referendum consultivo per la fusione di Bigarello (2.113 abitanti) e San Giorgio di Mantova (9.464 abitanti). A Bigarello esiste un agguerritissimo comitato del No alla fusione che contesta i tempi (troppo stretti), i modi (nessun coinvolgimento con la cittadinanza), la legittimità (il sindaco è stato eletto con il 30% dei consensi e - dicono - non può prendere decisioni così gravi) e soprattutto il merito della fusione (affermando che non sussistono elementi storico-tradizionali favorevoli alla fusione con San Giorgio).

Il consiglio regionale, comunque, ne discuterà. "Se la Regione dovesse sospendere sine die ogni decisione soggetta a un ricorso al Tar - ha dichiarato Roberto Bruni (lista Ambrosoli) - tutta l’attività dell'ente sarebbe bloccata, a prescindere dalla fondatezza o meno delle tesi dei ricorrenti".

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