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Giardino dei Giusti, via libera del Tar: per i giudici il verde urbano è salvaguardato

Presto riprenderanno i lavori per il rifacimento del luogo in cui si ricordano i Giusti al Monte Stella. I privati cittadini non ammessi al ricorso, Italia Nostra sconfitta

Rispetto all'attuale Giardino dei Giusti, nelle intenzioni di Gariwo e del suo presidente Gabriele Nissim quello nuovo dovrà essere un luogo più riconoscibile, delimitato in entrata e in uscita, con spazi per il raccoglimento, totem illustrativi per un percorso didattico e anche un auditorium (all'aperto), in uno spazio complessivo di circa 8 mila metri quadri su oltre 311 mila del parco del Monte Stella. Tutto questo necessita evidentemente di opere murarie, ed è soprattutto questo punto ad essere stato fortemente contestato sia dai residenti nella zona (che il Tar, come si è visto, non ha ritenuto sufficientemente "meritevoli" di ricorrere in giudizio) sia da Italia Nostra e da diversi esponenti politici locali. 

Il comune di Milano - ancora nel 2015 - ha mediato, approvando un progetto che riduce decisamente le opere muarie rispetto a quello originariamente presentato da Gariwo, che prevedeva la realizzazione di un percorso pavimentato e sopraelevato su cui era arrivato il "no" secco della Sovrintendenza. La questione, a settembre 2015, ha spaccato la (normalmente molto solida) maggioranza di centrosinistra dell'ex Zona 8, i cui consiglieri hanno bocciato il progetto con i "sì" soltanto del Partito Democratico e di Sinistra Ecologia e Libertà e i "no" delle opposizioni (centrodestra e Movimento 5 Stelle) e di diversi gruppi di maggioranza (l'estrema sinistra di Sinistra X Pisapia, i Radicali, l'Italia dei Valori, i Verdi). Enrico Fedrighini, dei Verdi, ora assessore del nuovo Municipio 8, nell'occasione ha parlato di «scelta importante a difesa del bene comune» e ha ricordato che, nei cassetti del Comune, esiste un progetto del Settore Verde che non è mai stato preso in considerazione. 

La giunta di Milano ha dato poi il suo definitivo "via libera" a ottobre 2015, il giorno prima che il consiglio comunale ne discutesse in commissione. Invano, all'inizio di ottobre, Stella e Piero Alessandro Bottoni, figli dell'architetto Piero Bottoni, progettista del Monte Stella, avevano scritto una lettera aperta al sindaco Giuliano Pisapia per invitarlo a ripensare il progetto: «Nostro padre urlerebbe di dolore a sapere che su questa sua creatura qualcuno si sta apprestando a gettare tonnellate di cemento», le parole dei due. 

Dopo la sentenza, Gabriele Nissim è pronto a fare ripartire i lavori e - ricordando la storia del Giardino - afferma di avere «valorizzato il Monte Stella facendolo conoscere al mondo intero e aprendolo alla frequentazione di migliaia di ragazzi». A giochi fatti, prosegue Nissim, «siamo fiduciosi che si possa creare un clima di condivisione e di dialogo affinché il progetto si possa realizzare nel modo migliore». 

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