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Sala parla dei conti di Expo: giornalisti “cacciati” dall’aula dalla polizia locale

La denuncia del gruppo cronisti lombardi: “I giornalisti presenti sono stati fatti allontanare in maniera brusca con l’intervento degli agenti”. Bordonali rincara: “Qualcuno aveva paura”

Una denuncia: “I giornalisti sono stati fatti allontanare in maniera brusca”. Una replica: “A loro è stata data tutta la possibilità di svolgere il loro lavoro”. E un carico da novanta: “Qualcuno aveva paura delle domande”. Sono i tre ingredienti di una giornata, quella di lunedì, che a Palazzo Marino ha vissuto momenti di tensione tra i cronisti e l’ex commissario unico di Expo, ora candidato alle primarie del centrosinistra per sindaco di Milano, Giuseppe Sala. 

L’ex numero uno dell’Esposizione, lunedì, ha dovuto chiarire alle commissioni Expo e Partecipate del comune di Milano tutti i dubbi nati attorno ad Expo, primo su tutti la questione costi e ricavi. Peccato, però, che al chiarimento non hanno potuto assistere i tanti giornalisti che si erano presentati a Palazzo Marino, che - così denuncia in una nota il gruppo cronisti lombardi - “sono stati fatti allontanare in maniera brusca con l’intervento degli agenti della polizia locale”. 

“Non si è mai visto in consiglio comunale sgomberare con la forza i giornalisti dalla sala commissioni - prosegue la denuncia, firmata dal presidente Cesare Giuzzi -. Né trova giustificazione il fatto che vi era un numero massimo di presenze consentite. Un numero che, è bene ricordarlo, in altre occasioni è stato largamente superato. In ogni caso i presidenti delle commissioni avrebbero dovuto prevedere la forte affluenza di cronisti data la rilevanza dei temi trattati e quindi trovare una sistemazione adeguata. Vedere colleghi che da anni seguono l'attività del Consiglio comunale allontanati in quella maniera desta una forte preoccupazione”.

“Il Gruppo cronisti lombardi - si conclude il j’accuse - chiede scuse formali e un incontro di chiarimento con il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo e con i due presidenti di commissione Ruggero Gabbai e Luigi Pagliuca, per evitare il ripetersi di episodi analoghi e ripristinare il consueto rapporto di collaborazione tra i cronisti di Palazzo Marino e l’Amministrazione comunale”.

E sono stati proprio Gabbai e Pagliuca, chiamati in causa, a rispondere a stretto giro di posta. “Ai giornalisti - hanno spiegato i due in un comunicato - è stata data tutta la possibilità di svolgere il loro lavoro, consentendo ai fotografi di fare immagini, ai cameraman di fare i servizi video e per i giornalisti della carta stampata è stata allestita preventivamente una sala con streaming live”. 

“Siamo consapevoli che vivere la commissione in sala, direttamente, è una situazione ottimale per svolgere il proprio lavoro - hanno ammesso da Palazzo Marino - ma, visto il numero di consiglieri e assessori presenti, per il rispetto delle norme di sicurezza non sarebbe stato possibile fare partecipare più di 55 persone. 

La spiegazione, però, evidentemente non ha convinto tutti. E a mettere il carico da novanta ci ha pensato Simona Bordonali, assessore regionale alla sicurezza. “Probabilmente - ha commentato la politica leghista - qualcuno aveva paura delle domande dirette della stampa sui conti dell'esposizione (ancora sconosciuti) o sui lavori degli architetti di Expo nella abitazione privata dello stesso Giuseppe Sala a Zoagli, in provincia di Genova”. 

Questo, ad oggi, non è dato sapersi. Ciò che è certo è che a Palazzo Marino, lunedì mattina, sono intervenuti gli agenti della polizia locale. E non è stato uno spettacolo bello. 

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