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Giunta Pisapia: viaggio nel (possibile) nuovo esecutivo

Rizzo alla presidenze del Consiglio; Tabacci (Api) al Bilancio; Marilena Adamo (Pd) vicesindaco; Boeri (Pd) all'Urbanistica; Benelli (Sel) alla Cultura. Ecco come potrebbe (e non) essere disegnata l'amministrazione Pisapia

basilio_rizzoCon tutte le buone intenzioni ("non userò il Manuale Cencelli", "L'ultima parola spetta soltanto a me"), Giuliano Pisapia ha delle belle gatte da pelare in questi giorni. La formazione della squadra di giunta è infatti una necessità, così come "chiudere" in fretta la partita per arrivare in tempi brevi alla prima seduta di consiglio comunale per presentarla. Ma le difficoltà aumentano.

POCHE CASELLE - Tanti sono del resto i criteri preventivamente indicati, e poche le caselle da riempire: 12 contro le 16 precedenti, per via dei tagli previsti dal governo (che hanno anche ridotto i consiglieri da 60 a 48). I criteri che il sindaco ha indicato da tempo sono due: vicesindaco donna e metà giunta al femminile. Ma Pisapia ha già detto che sarà in grado di garantire soltanto il secondo, mentre per il primo bisogna vedere. A questi due criteri si aggiunge poi, se non proprio il "Manuale Cencelli", almeno un certo equilibrio di spartizione di posti tra i partiti della sua maggioranza, che giustamente chiedono ciascuno qualcosa. Far quadrare tutti i conti è però molto complesso. Vediamo quali sono le possibilità in campo attualmente.

TABACCI (API) AL BILANCIO - La prima casella che sembra già occupata è, paradossalmente, per un uomo fuori dalla coalizione: si tratta di Bruno Tabacci, dell'Api, a cui andrà quasi certamente la delega al bilancio (compresi i delicati rapporti con Tremonti). In questo modo si "premia" il voto al ballottaggio di molti dei sostenitori di Manfredi Palmeri, anche se nella "quota Palmeri" l'Api ha dato meno apporto di Fli e Udc. D'altronde Tabacci è stato l'unico rappresentante importante dello schieramento di centro a dire chiaramente che avrebbe votato Pisapia al ballottaggio.

SICUREZZA - Non c'è ancora un nome specifico ma sembra certo che verrà mantenuta (accorpata con altre) la delega alla sicurezza, inizialmente poco probabile nella giunta Pisapia. La delega potrebbe essere associata alla lotta alle mafie e in tal caso il nome più "naturale" sarebbe quello di Nando Dalla Chiesa.

boeri_1VICESINDACO PD - Più delicata, e probabilmente l'ultima che si risolverà, la questione del vicesindaco, posto che spetta al Pd. Se si rispetta il criterio di Pisapia (una donna), in pole position c'è Marilena Adamo, attualmente senatrice ma già capogruppo del Pd in consiglio comunale. Il partito preme però perché il vicesindaco sia il recordman di preferenze Stefano Boeri. Mentre la Adamo entrerebbe in giunta solo se vicesindaco, Boeri sarebbe comunque assessore, ma non sono ancora chiare le deleghe che gli verrebbero affidate. Possibile, ma poco probabile, una maxi delega (casa, demanio e urbanistica).

PRESIDENTE - Il presidente del consiglio comunale è un'altra casella di rilievo. Complicata la conferma del "futurista" Manfredi Palmeri, soprattutto dopo le notizie su Tabacci. Prende corpo negli ultimi giorni l'idea di affidare il ruolo a Basilio Rizzo, decano dei consiglieri comunali (nella prima foto) (iniziò nell'83 con Democrazia Proletaria). L'interessato ha già espresso la sua disponibilità e conosce alla perfezione la "macchina" comunale. L'alternativa per Rizzo è un assessorato: ma in questo caso sposterebbe l'asse della giunta molto a sinistra (e - dicono i maligni - potrebbe creare problemi con, ad esempio, Tabacci). Inoltre, se Rizzo diventasse assessore, si libererebbe un posto in consiglio comunale per Vladimiro Merlin, in polemica da un anno con Rifondazione Comunista e quindi non gradito a quest'ultima. Due imbarazzi in meno con Rizzo presidente del consiglio comunale.

OUTSIDER - Folto il gruppo di outsider che potrebbero essere chiamati da Pisapia. Il primo, e certo, è Davide Corritore, sostenitore della prima ora di Pisapa alle primarie, non ricandidato in consiglio comunale. Di lui si era parlato come assessore al bilancio, ma è più probabile che abbia un ruolo ancora più alto, come city manager. Spunta poi Cristina Tajani, del centro studi della Camera del Lavoro (area Sel). Un altro nome ricorrente è quello di Franco D'Alfonso, manager e promotore della Lista Civica a sostegno di Pisapia, ma si citano anche le europarlamentari Francesca Balzani e Patrizia Toia. Per tutti questi, però, non sono chiare le deleghe, mentre la sociologa urbana Francesca Zajczyk, anch'essa non ricandidata e anch'essa sostenitrice di Pisapia fin dall'inizio, potrebbe essere una carta vincente per lo sviluppo della città.

VERDI E IDV - Aperta la partita per Sel, Idv e Radicali, ma anche per i Verdi, che non hanno ottenuto un consigliere comunale nonostante l'enorme numero di preferenze (2.375) per Enrico Fedrighini, che è stato eletto anche in Zona 7 e Zona 8. Per lui è improbabile un assessorato. La soluzione più naturale sarebbe fargli fare ili presidente della Zona 7, anche se il posto era inizialmente riservato all'Idv (ma il candidato indicato, Anelli, non è stato nemmeno eletto). Sembra invece scatenarsi una guerra interna all'Italia dei Valori, col coordinatore Giulio Cavalli in procinto di dimettersi e (stando ad Affari Italiani) nomi forniti dal partito ma non graditi a Pisapia.

LISTA BONINO - La Lista Bonino non è particolarmente interessata a un assessorato, che però, nel caso, andrebbe a Marco Cappato, liberando il posto in consiglio per Lorenzo Lipparini. In un mondo fantascientifico si potrebbe però immaginare una Emma Bonino vicesindaco con molte deleghe: in fondo l'attuale vicepresidente del Senato, quand'era ministro nel governo Prodi, fece molto perché Milano ottenesse l'Expo, e il suo prestigio personale va molto al di là di quello della lista...

SEL - Sinistra Ecologia e Libertà, infine, come secondo partito della coalizione aspira ad almeno un assessore. Daniela Benelli è in pole position su Patrizia Quartieri, che farebbe il capogruppo. Cultura o servizi sociali le deleghe per la Benelli.

PD - Vediamo ora il Pd. Abbiamo già detto di Stefano Boeri e dell'eventualità di Marilena Adamo. Il capogruppo uscente Pierfrancesco Majorino dovrebbe essere premiato, e se a Rizzo va la presidenza del consiglio comunale, per Majorino ci sarà senz'altro un assessorato. A questo punto Pier Maran (il più votato del Pd dopo Boeri) dovrebbe diventare capogruppo del Pd, ma sembra l'uomo ideale per diventare assessore con deleghe al brand Milano, al marketing territoriale e al turismo. Un ruolo, questo, che in vista di Expo diverrà sempre più importante. Ma c'è da pensare anche ai cattolici del Pd: tra questi Marco Granelli e Rosario Pantaleo, distanziati di sole 4 preferenze, hanno più chances di Andrea Fanzago. La soluzione più probabile è che uno di questi tre faccia l'assessore e un altro il capogruppo Pd. Ma, dovendo rispettare la "quota rosa", Pisapia potrebbe premiare Carmela Rozza (la sua delega naturale è la casa) oltre alla già citata outsider Zajczyk.

 

 

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