Per i 5 Stelle, Russia e Ucraina "vogliono difendere il proprio territorio"
Una mozione in consiglio regionale, pur definendo "inaccettabile" l'aggressione russa, finisce con l'affermare che Mosca e Kyiv "mettono al centro la difesa e la salvaguardia del proprio territorio"
Evitare che la guerra in Ucraina non si amplifichi, perché potrebbe avere "effetti nefasti sul tessuto produttivo e sociale del nostro paese". L'aggressione russa? "Inaccettabile e violenta", ma "ognuno dei due fronti mette al centro la difesa e la salvaguardia del proprio territorio" e "colmare un divario tra due visioni in antitesi può apparire impossibile". Si deve quindi "trovare una soluzione politica, giusta, equilibrata, duratura", anche se non vengono specificati i contenuti della soluzione affinché abbia quelle caratteristiche.
Sono solo alcune delle frasi contenute in una mozione che il Movimento 5 Stelle porta in consiglio regionale della Lombarda, e che sarà discussa in aula martedì 3 maggio. Alcuni politici regionali non hanno esitato a definirla lavroviana, dal nome di Sergej Lavrov, ministro degli esteri della Federazione Russa. L'obiettivo principale del Movimento 5 Stelle è contrastare l'invio di armi in Ucraina per sostenere la resistenza dell'esercito contro l'aggressione militare russa, ma, tra premesse e considerazioni, il testo si spinge oltre, fino a dar l'impressione che, nel partito di Conte, o almeno nella sua propaggine lombarda (la mozione è firmata in blocco da tutto il gruppo), si legga la guerra in Ucraina in modo equidistante.
No agli aiuti militari se per "guerra d'attrito"
Nella mozione si snocciolano gli aiuti militari forniti da molti paesi all'Ucraina, tra cui "cannoni con gittata di 40 chilometri" francesi, "missili antiaerei" inglesi e così via. I consiglieri pentastellati si chiedono se questo non significhi "sostenere una guerra d'attrito" da parte dell'Ucraina, non considerando che quel paese si sta difendendo da un'aggressione pur definita "inaccettabile" dagli stessi pentastellati. Che si sia d'accordo o no con l'invio di armi, queste servono a respingere il perdurare dell'aggressione, e ciò si può ottenere anche logorando l'esercito russo. Resta comunque una difesa.
Ripercussioni economiche
Ma la parte centrale della mozione è tutta dedicata alle (presunte o vere) ripercussioni economiche sull'Italia e sulla Lombardia se la guerra prosegue o, peggio, s'allarga. Il Movimento 5 Stelle cita ogni possibile conseguenza: dalla recessione nel giro di due anni se si smette di comprare il gas russo (fonte Bankitalia) al reddito negativo per 20 mila imprese agricole lombarde per l'aumento dei costi di produzione (fonte Coldiretti), che però erano aumentati prima della guerra, come avevamo già fatto notare qui (e Coldiretti, anni fa, assunse posizioni filorusse sulla Crimea: è doveroso ricordarlo). Dall'impennata dei prezzi della carne per via della diminuzione di mais e grano (di cui Ucraina e Russia sono importanti esportatori) all'aumento del costo delle materie prime nel settore edile.
Motivo per cui è bene, secondo i 5 Stelle, che la guerra non si amplifichi. Gli effetti sarebbero "nefasti" non per la perdita di vite umane, non per uno stato sovrano in pericolo, ma, si legge testualmente, "nefasti sul tessuto produttivo e sociale del nostro paese". Il tutto condito con la citazione di una affermazione di Sergej Lavrov, ministro degli esteri della Federazione Russa: "Il terzo conflitto mondiale è un pericolo reale".
Russia-Ucraina: entrambi "difendono il proprio territorio"
Da una parte vi è dunque un paese, l'Ucraina, che rischia di perdere la sua libertà ed indipendenza a causa di un sentimento imperialista pan-russo storicamente dimostrato, che anima esplicitamente Putin e i suoi collaboratori al Cremlino (e da cui la società russa non è esente). Ma vi è anche un'esplicita minaccia da parte della Russia ad estendere la guerra verso i paesi occidentali, minaccia che si sente non solo dalle parole di Lavrov ma anche da quelle dei propagandisti televisivi in Russia, quasi come se stessero 'preparando' il loro paese alla guerra contro l'Occidente.
Dall'altra un partito, di cui fa parte il ministro degli esteri in carica (Luigi Di Maio), che chiede di fermare la guerra per non avere "effetti nefasti" sull'economia. E chiede di fermarla con considerazioni equidistanti tra Russia e Ucraina, affermando, come abbiamo citato all'inizio, che "ognuno dei due fronti mette al centro la difesa e la salvaguardia del proprio territorio". Nessun vaglio critico sul fatto, per esempio, che nessuno stava realmente minacciando il territorio russo e, invece, la Russia ha fatto entrare mezzi militari, soldati e missili in Ucraina. E affermando che "colmare un divario tra due visioni in antitesi può apparire impossibile". Come se quelle russe e ucraine fossero pretese uguali e contrarie. L'auspicio finale dei 5 Stelle? "Trovare una soluzione politica, giusta, equilibrata, duratura". Quale sia una "soluzione giusta" per i consiglieri regionali del partito di Di Maio (e Conte), però, non si sa.