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Milano, un giardino per la giornalista Ilaria Alpi, uccisa in Somalia. La Lega si astiene: «Morta sul lavoro»

Mozione in Municipio 8 comunque approvata coi voti degli altri partiti. La Alpi venne "freddata" dai killer a Mogadiscio insieme al cineoperatore Hrovatin. La verità sul caso è ancora da scrivere, ma di sicuro non fu un "incidente"

La giornalista della Rai Ilaria Alpi, uccisa a Mogadiscio in Somalia nel 1994 a 33 anni insieme al cineoperatore triestino Miran Hrovatin, è «morta sul lavoro». E' il motivo (il primo, e piuttosto imbarazzante) per il quale la Lega, nel Municipio 8 di Milano, si è astenuta sulla mozione che chiedeva di intitolare il giardino di via Mario Borsa, al quartiere San Leonardo, all'inviata Rai. Mozione comunque passata con i voti di tutti gli altri partiti.

L'altra ragione addotta dai tre consiglieri leghisti del Municipio (retto da una maggioranza di centrosinistra), più plausibile ma che non esclude affatto le intitolazioni, è che la Alpi «non è legata con Milano». Nata e cresciuta a Roma, ha effettivamente svolto la sua carriera di studi e di lavoro nella capitale e, come inviata, all'estero. Questo non impedisce le intitolazioni di strade, piazze e parchi: Milano è piena di vie intitolate a non milanesi celebri e alla stessa Alpi è intitolato un istituto comprensivo formato da tre scuole in zona Barona-San Cristoforo. «Senza parole io, altri senza vergogna», ha commentato con amarezza il presidente del Municipio 8, Simone Zambelli di Milano Progressista.

Quando la notizia si è diffusa, l'assessore milanese alla cultura Filippo Del Corno ha parlato di iniziativa «purtroppo macchiata dall'infamia dell'unica astensione dei consiglieri della Lega, uno dei quali è affiliato al gruppo neonazista Lealtà Azione (Stefano Pavesi, n.d.r.). In nove anni non ho mai fatto polemica, ma la Lega che in Municipio 8 si astiene sulla proposta di intitolare un parco pubblico alla giornalista Ilaria Alpi, mi lascia senza parole». Infine Del Corno ha promesso che porterà a breve la delibera di intitolazione all'approvazione della giunta.

L'indagine sui traffici di rifiuti e armi e l'omicidio

La Alpi, in Somalia, stava investigando su un traffico di armi e rifiuti tossici dal Nord del mondo, attraverso il pagamento di tangenti ai politici locali, per conto del Tg3. Il suo informatore, Vincenzo Li Causi del Sismi (il servizio segreto militare italiano), era stato ucciso sempre a Mogadiscio a novembre 1993. Secondo le indagini, un "commando" sparò alla Alpi e a Hrovatin da distanza ravvicinata, a bordo di una vettura. Non un conflitto a fuoco incrociato, non un tragico incidente: un omicidio, un'esecuzione in piena regola. Non certo una "morte sul lavoro".

La vicenda successiva, per l'accertamento della verità giudiziaria, è stata intricatissima e certamente si sono verificati dei depistaggi. Unico processato fu il somalo Hashi Omar Hassan, "indicato" dall'autista della giornalista e del cineoperatore ma di fatto, si sospetta, "consegnato" dal presidente della Somalia Ali Mahdi come presunto capro espiatorio. Il processo di primo grado si chiuse con l'assoluzione di Hassan, mentre l'Appello ribaltò il giudizio e condannò il somalo all'ergastolo. La Cassazione chiese di riconteggiare la pena escludendo la premeditazione e così in Appello-bis Hassan fu condannato a 26 anni di reclusione. Era il 2002.

La revisione del processo

Nel 2016 la procura generale romana cambiò idea e chiese, in revisione del processo, l'assoluzione. Hassan fu assolto nel 2017 dopo avere scontato 17 anni di reclusione. Piiù tardi la procura di Roma chiese l'archiviazione del caso Alpi-Hrovatin ritenendo che non fosse più possibile individuare mandanti ed esecutori dell'agguato mortale. A Hassan fu riconosciuto un risarcimento di oltre tre milioni di euro (500 euro per ogni giorno di detenzione). I "capovolgimenti" di sentenze sono dovuti essenzialmente al giudizio sull'attendibilità o meno dei testimoni che collocano Hassan sulla vettura da cui partirono, da una distanza ravvicinata, i colpi di Kalashnikov che uccisero la giornalista e il cineoperatore.

Il Premio Alpi e le intitolazioni

Dal 1995 si assegna ogni anno il Premio Ilaria Alpi per la migliore inchiesta giornalistica sui temi della pace e della solidarietà. Alla Alpi sono intitolate vie, piazze, parchi e scuole in tutta Italia. A Milano è intitolato alla Alpi un istituto comprensivo formato da tre scuole del quartiere Barona-San Cristoforo. Restando in Lombardia, una scuola è intitolata alla Alpi anche a Cavernago (Bergamo), mentre Desenzano del Garda (Brescia) le ha dedicato un parco di cinquemila metri quadrati.

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