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Incontri di filosofia: la Zona 3 vota contro il finanziamento di 2 mila euro

Spaccata la maggioranza di centrosinistra. L'organizzatrice: «Eravamo disposti a ridimensionare l'iniziativa ma ci è stato detto che andava bene così. La faremo ugualmente, siamo già in parola ed è un ottimo progetto»

Un lavoro preparatorio di diversi mesi, la richiesta di un finanziamento da parte del consiglio di zona 3 intanto che è stata data parola a diverse persone, infine l'inaspettata bocciatura, con annessa spaccatura della maggioranza di centrosinistra. E' quello che è successo all'iniziativa "I sabati della filosofia", proposti dall'operatrice culturale Cristina Moretti, con alle spalle decenni di esperienza ad altissimo livello sulla promozione della cultura (è sua l'iniziativa ormai ventennale che porta, ogni anno, centinaia di studenti alla Pinacoteca di Brera).

Qualcuno festeggia. Tra questi Gianluca Boari, esponente locale di centrodestra, secondo cui «siamo riusciti a spaccare la sinistra che voleva finanziare un'osteria». I due luoghi in cui si sarebbero svolti i tre incontri sono la libreria Le Libagioni e l'Osteria dell'Utopia - Libreria Baravaj. Approfondendo il discorso, però, si scopre che nemmeno un euro del finanziamento sarebbe andato ai due locali. Certo, fa sorridere leggere (nella proposta di delibera) che il secondo locale era stato prescelto per «l'ottima selezione di vini». Tanto che Moretti - sentita da MilanoToday - aveva chiesto di togliere la frase, che non aggiungeva certo alcun valore agli incontri, ma senza successo.

Ma come era strutturata l'iniziativa? Su tre incontri, come detto, pensati per le famiglie, quindi "doppi": una parte per gli adulti e una per i più piccoli, separatamente. Questi ultimi avrebbero partecipato non a un "convegno" vero e proprio ma ad un laboratorio tra teoria e pratica, con gli acquerelli, il teatro giapponese e così via. Agli incontri avrebbero presenziato due studiosi di filosofia; a due di questi anche un docente dell'Università del San Raffaele.

Proviamo a fare qualche calcolo. Materiali per i laboratori dei bambini; locandine e volantini per pubblicizzare il ciclo d'incontri; sei giornate per i due studiosi e due giornate per il docente universitario. A duemila euro si arriva alla svelta. Ma si poteva pensare a qualcosa di diverso? «Agli incontri, diversi consiglieri di zona ci avevano detto che forse si trattava di una cifra alta», spiega a MilanoToday Cristina Moretti, che non nasconde la delusione sul piano professionale e anche umano: «Abbiamo detto che eravamo disposti a programmare qualcosa di più 'leggero', meno impegnativo, tenendo conto che le due librerie ci ospiterebbero gratis, ma poi ci è stato detto di andare avanti con il progetto originario. Se ci avessero chiesto di fare diversamente, avremmo fatto diversamente».

Mentre infatti si attendeva l'ok del consiglio di zona, determinati impegni sono stati presi. Le due librerie hanno riservato le giornate (27 febbraio, 5 e 12 marzo), il docente del San Raffaele ha dato la sua disponibilità e così anche i due studiosi coinvolti. Ci spiega Moretti: «Abbiamo dato la parola. E ci dispiace essere arrivati a questa situazione, non tanto per il "no" dell'istituzione, che ci poteva anche stare, ma soprattutto perché mesi e mesi di preparazione, visto che lavoriamo seriamente, potevano servire anche a modificare il progetto, a venire incontro alle richieste. Avremmo ad esempio potuto non chiamare il docente, ma ormai anche con lui siamo in parola».

E adesso? «Pensiamo di tenere ugualmente gli incontri, anche senza il finanziamento della zona», continua Moretti: «Ci metteremo noi il denaro necessario, posto che duemila euro sarebbero serviti a coprire i costi di quel progetto, non ci avremmo guadaganato sostanzialmente niente. A noi sembra una ottima idea e quindi la porteremo a termine».

Tutto chiaro, quindi. Ma viene spontaneo ricordare che duemila euro di spesa, rispetto al bilancio complessivo del comune di Milano (che spende, annualmente, circa tre miliardi e 100 milioni), è lo 0,00006%. Significa che l'istituzione impiega mesi di lavoro (e fa lavorare per mesi terze persone) per poi arrivare a un "no" sullo 0,00006% della spesa totale, a ridosso delle date prescelte e con accordi già presi con location ed esperti. Senza entrare nel merito della necessità di promuovere anche economicamente il settore culturale in senso lato, di sicuro c'è qualcosa che non funziona nel meccanismo.

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